Nel giorno in cui a Parigi si apre la conferenza mondiale sul clima, dall’Agenzia europea dell’ambiente giungono dati poco confortanti per l’Italia:secondo l’Aea infatti al nostro Paese spetterebbe il record di morti premature a causa dell’inquinamento dell’aria. Ben 84.400 le vittime nel 2012 a fronte dei 491 mila decessi registrati in totale nell’Unione Europea.
Un primato poco invidiabile la cui causa può essere individuata in tre agenti atmosferici principali: le micro polveri sottili (Pm2.5), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono troposferico (O3), quello presente negli strati più bassi dell’atmosfera, a cui lo studio attribuisce rispettivamente 59.500, 21.600 e 3.300 morti premature solo in Italia, perché queste sostanze possono causare o aggravare problemi respiratori, malattie cardiovascolari e cancro, e provocare appunto decessi prematuri.
I dati sono allarmanti e variano anche a seconda delle zone: più colpita in Italia resta quella della Pianura padana, in particolare le città di Brescia, Monza e Milano ma anche Torino. In allarme crescente anche le grandi città comeRoma, Firenze, Napoli, Bologna e Cagliari. L’ultimo rapporto “Mal’aria” di Legambiente relativo al 2014 aveva posto Frosinone tra i capoluoghi più inquinati d’Italia, seguita da Alessandria e Benevento.
Dati, quelli dell’Agenzia europea dell’ambiente, che si sommano a quelli diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità secondo cui nel 2012 nel mondo sono state 7 milioni le persone morte per malattie legate all’inquinamento atmosferico, rendendo così lo smog il principale fattore di rischio ambientale per la salute.
Il summit di Parigi che terminerà l’11 dicembre «offre al mondo l’opportunità importante non solo di raggiungere un accordo internazionale sul clima, ma anche di proteggere la salute delle generazioni presenti e future», le parole dell’Oms.
Chiara Ammendola
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