RoboticaTecnologia

Il selfie diventa tattile per i non vedenti

La disabilità viene superata grazie ad un'applicazione che aiuta a centrare le immagini con uno speciale smartphone: l'hanno realizzata i ricercatori della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa

Selfie no limits: anche le persone con disabilità visiva possono finalmente scattarli grazie ad una nuova applicazione che aiuta a centrare le immagini con lo smartphone grazie a feedback di tipo tattile e uditivo. L’hanno sviluppata i dottorandi del Laboratorio di robotica percettiva (Percro) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, tra i protagonisti della competizione “Student innovation challenge” svolta a Chicago nell’ambito della conferenza internazionale “IEEE Worldhaptics 2015”, dove sono state presentate nuove applicazioni che consentano ai “telefoni intelligenti” di migliorare il loro uso con l’aggiunta del senso del tatto.

Come funziona

La nuova app per i selfie si basa proprio sull’utilizzo di uno speciale smartphone, il Tpad Phone, che è dotato di uno schermo aptico, ovvero in grado di fornire sensazioni tattili all’utente nel momento della sua interazione. Sfruttando questa tecnologia, i giovani ricercatori della Scuola Sant’Anna hanno sviluppato l’app “Tactile blind photography”, che guida l’utente con deficit visivi nell’azione dello scatto.

Gruppo San Donato

Rilevazione automatica dei volti

Il passaggio più problematico per chi ha problemi di vista è ovviamente la centratura dell’immagine. La nuova app supera questa difficoltà utilizzando sia l’audio sia un feedback tattile fornito sullo schermo, per rilevare in maniera automatica i volti sulla scena aiutando gli utenti nell’individuare la posa migliore. L’operazione viene ulteriormente semplificata evidenziando i volti dei soggetti e i bordi dell’immagine grazie alla tecnologia aptica, migliorando così l’esperienza della persona con disfunzioni visive.

I commenti dei ricercatori

«Nella fase di sviluppo della app abbiamo coinvolto una ragazza non vedente che ci ha aiutato a capire quali fossero le sue difficoltà nell’interagire con uno smartphone per scattare fotografie e, soprattutto, per farsi i selfie, operazione davvero difficoltosa», spiega il ricercatore Domenico Buongiorno. «Abbiamo compreso le sue necessità – prosegue Buongiorno – e con la guida del professor Antonio Frisoli abbiamo sviluppato la tecnologia da utilizzare su schermo aptico, per unire efficacia e piacevolezza dell’esperienza di uso con la facilità nell’azione. A Chicago la nostra app ha suscitato un fortissimo interesse. L’obiettivo, adesso, è continuare a svilupparla, per sfruttare al massimo le potenzialità dello schermo aptico, dimostrando come le nuove tecnologie possano risultare davvero utili per superare le disabilità».

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