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Giorgio Marchesi: «Tengo lontano il mal di schiena con lo yoga»

«Una lombosciatalgia ha rischiato di bloccarmi a letto e farmi saltare un debutto teatrale. Risolta l’emergenza, prevengo gli attacchi con movimenti di allungamento»

Non avevo mai immaginato che la mia schiena potesse darmi problemi. Sarà che amo essere sempre in movimento, fare sport, non fermarmi davanti a niente. E invece a un certo punto lei si è ribellata, bloccandomi a due giorni da un debutto. Ero a Spoleto, impegnato nelle prove dello spettacolo teatrale Trilogia Horovitz. Prove particolarmente faticose, dal momento che richiedevano anche un intenso sforzo fisico: ricordo in particolare una scena in cui dovevo spostarmi ripetutamente sopra e sotto un tavolo. E l’esigentissima regista me la faceva rifare di continuo. A quel piccolo disturbo che avvertivo nella parte bassa e sinistra della schiena, però, avevo a malapena fatto caso. Tanto che, nei momenti liberi, riuscivo perfino ad andare in palestra e a dedicarmi alla boxe.

Mancavano solo due giorni al debutto quando all’improvviso, una mattina, mi sono svegliato con un dolore lancinante, che mi impediva perfino di alzarmi dal letto. Immaginatevi il panico dell’intera compagnia. Abbiamo chiamato una fisioterapista, che mi ha fatto sdraiare a terra con le gambe sollevate appoggiate al muro, chiedendomi di posizionarmi il più possibile ad angolo retto. Cosa che ovviamente non mi è riuscita: il mio fisico non obbediva più ai miei comandi. Il medico che mi ha visitato ha diagnosticato una forte lombosciatalgia, originata da un’infiammazione del nervo sciatico. C’è da dire che tempo prima avevo subìto anche un incidente d’auto che mi aveva provocato danni a tutta la parte destra del corpo, lasciandola indebolita, e probabilmente da allora avevo continuato a sollecitare maggiormente la sinistra.

Gruppo San Donato

Ma la prima dello spettacolo incombeva, e io non potevo e non volevo sottrarmi. In quelle 48 ore che mancavano mi sono sottoposto a due iniezioni di miorilassanti, una al giorno, per lenire il più possibile il dolore. E poi tanto riposo, riducendo le ultime ore di prova. La sera della prima, l’adrenalina ha fatto il resto: sono riuscito ad affrontare l’intero spettacolo rimanendo in scena per due ore consecutivamente, e l’applauso finale ha ripagato i miei sforzi.
Ma ormai avevo preso coscienza di avere un problema di cui non potevo non tenere conto. Mi ero così spaventato che per un paio di mesi ho ridotto al massimo l’attività fisica a forte intensità. E ho scelto, in compenso, l’iyengar yoga, un metodo di yoga terapeutico che si avvale di strumenti come corde, mattoni o sedie allo scopo di contenere lo sforzo eccessivo. Tuttora lo pratico in un apposito centro una volta alla settimana, per un’ora e mezza.

Ho imparato a eseguire correttamente movimenti favorevoli, come quelli di allungamento e di allineamento. Ai quali ricorro immediatamente ogni volta che qualche campanello d’allarme torna a ricordarmi il brutto episodio che ho vissuto: mi stendo a terra con le gambe tese appoggiate al muro ad angolo retto, proprio come mi aveva fatto fare la fisioterapista di Spoleto.
La cosa importante è che ho imparato a riconoscere i segnali che mi manda la schiena quando la sto sollecitando in maniera sbagliata o eccessiva, e a intervenire nel modo adeguato, magari cambiando posizione o movimento. Mi aiutano anche gli esercizi di preparazione fisica che noi attori effettuiamo regolarmente prima di salire sul palco a teatro, che attingono un po’ dalle arti orientali e da quelle marziali. E ogni tre mesi mi sottopongo a una seduta di osteopatia, per darmi un’ulteriore raddrizzata. Ho ripreso la consueta palestra due o tre volte a settimana, e di tanto in tanto vado pure a cavallo.

Giorgio Marchesi

Testimonianza raccolta da Graza Garlando per OK Salute e benessere aprile 2015

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