Salute

Vaccino anti-Covid: tutte le domande che vorremmo fare ai medici

La SIMG ha raccolto le domande più gettonate poste ai medici di famiglia e realizzato un documento per rispondere a tutti i quesiti

Partita il 27 dicembre scorso, la campagna vaccinale contro il Covid-19 sta pian piano progredendo (in alcune regioni più velocemente che in altre) ma gli interrogativi della popolazione si fanno più insistenti. Per rispondere in modo chiaro e trasparente ai numerosi dubbi, la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) ha realizzato un documento ad hoc, che verrà periodicamente aggiornato in base all’evoluzione delle conoscenze e delle procedure autorizzative ed organizzative.

«Abbiamo cercato di fare una sorta di riepilogo con tutte le domande che in queste ore i cittadini stanno rivolgendo ai medici di famiglia, i quali a loro volta devono essere preparati a rispondere. Per ogni quesito abbiamo proposto risposte chiare e sintetiche. Abbiamo anche compilato un secondo documento, con le informazioni utili per i medici di medicina generale su come il vaccino è stato studiato, prodotto, registrato» interviene Claudio Cricelli, Presidente SIMG. Ecco, quindi, le domande più frequenti relative al vaccino anti-Covid.

Gruppo San Donato

Come è fatto il vaccino anti-Covid?

I virus Sars-CoV-2 che provocano il Covid-19 fanno ammalare le persone utilizzando una proteina della loro superficie (proteina S o Spike) che serve a far penetrare il virus all’interno delle cellule delle persone infettate. Tutti i vaccini attualmente in studio sono stati messi a punto per indurre una risposta che blocca tale proteina e quindi impedisce il replicarsi del virus nel soggetto infettato. Il primo vaccino disponibile in Italia e in Europa, quello messo a punto da Pfizer-BioNTech, è stato realizzato utilizzando una molecola (mRNA), che permette nel paziente vaccinato di formare anticorpi destinati a proteggere dal Covid-19. Dunque in questo vaccino non c’è l’intero virus, né vivo né ucciso. L’mRNA del vaccino scompare dall’organismo di chi si vaccina nel giro di pochi giorni.

Ci sono diversi tipi di vaccino?

Sì, ci sono diversi tipi di vaccino. Alcuni contengono l’intero virus (reso meno aggressivo o ucciso), alcuni contengono molecole in grado di sintetizzare solo frammenti di esso. In alcuni casi si utilizza un altro virus innocuo per trasportare il pezzetto del virus responsabile del Covid-19 alle cellule che formeranno gli anticorpi. Tutti i vaccini sfruttano metodiche diverse per ottenere il medesimo effetto, quello di produrre una immunità di lunga durata (non sappiamo quanto) che protegga dalla malattia. Tutti i vaccini una volta approvati, sono in grado di produrre immunità nei confronti del virus.

Il vaccino anti-Covid è sicuro?

Tutte le sperimentazioni fatte su decine di migliaia di volontari hanno mostrato un ottimo grado di sicurezza del vaccino. Anche se gli studi su questi vaccini hanno subito un’accelerazione, dovuta alla gravità della pandemia, l’elevato numero di volontari che hanno sperimentato il vaccino in tutto il mondo ha consentito osservazioni sulla sicurezza non inferiori agli altri vaccini già in uso. Nelle preparazioni del primo vaccino disponibile (Pfizer-BioNTech) sono inclusi eccipienti già utilizzati per molti altri vaccini e non è presente alluminio. Possono esserci naturalmente degli effetti indesiderati, locali o generali. Gli effetti generalizzati non sono frequenti, sono di breve durata e sono perlopiù stanchezza, mal di testa, dolori muscolari e febbre. Nel punto dell’iniezione possono comparire dolore ed indurimento. Gli effetti collaterali non sono comunque superiori a quelli di altri vaccini già da tempo utilizzati su larga scala. Non si temono effetti collaterali a distanza di tempo.

In caso di contagio le persone vaccinate possono trasmettere l’infezione ad altri?

Gli studi clinici finora condotti hanno consentito di stabilire l’efficacia del vaccino nei confronti dello sviluppo dei sintomi della malattia. Gli studi confermano che la maggior parte delle persone vaccinate è protetta dal Covid-19 e che una minima parte sviluppa comunque una malattia attenuata. Ricerche più prolungate (già in corso) saranno in grado di stabilire se i vaccinati si possono infettare senza sintomi ed ipoteticamente contagiare altre persone. Allo stato attuale sappiamo dunque che il vaccino produce una risposta in grado di neutralizzare il virus, bloccandone la riproduzione. Capiremo presto se è anche in grado di sterilizzare l’organismo eliminando del tutto la carica virale ed impedendo di trasmetterlo ad altri individui.

Chi farà il vaccino anti-Covid?

In Italia l’inizio della campagna vaccinale di massa è previsto entro il primo trimestre del 2021. Il piano vaccinale parte con la vaccinazione del personale socio-sanitario e dei soggetti fragili. In pratica nella fase iniziale saranno vaccinati tre gruppi di pazienti:

  1. infermieri, medici e tutto il personale che lavora in strutture sanitarie;
  2. pazienti delle RSA e tutto il personale che vi lavora;
  3. pazienti anziani.

Come e quante volte si somministra il vaccino anti-Covid?

Il vaccino va somministrato in due dosi, a distanza di alcune settimane (3 o 4). Va somministrato tramite una iniezione intramuscolare preferibilmente sulla parte alta del braccio (muscolo deltoide), come quello contro l’influenza.

In quali luoghi verrà effettuato il vaccino?

Si può fare il vaccino anti-Covid in siti ospedalieri, peri-ospedalieri e in unità mobili. In questo modo è possibile raggiungere tutta la popolazione interessata.

I bambini e i ragazzi faranno il vaccino?

Salvo casi particolari i bambini e i ragazzi con meno di 16 anni non saranno vaccinati. Visto i pochi studi effettuati e il basso rischio dei bambini e dei soggetti inferiori a 16 anni di andare incontro a una malattia grave causata dal Sars-CoV-2, al momento la vaccinazione per tale virus non è indicata. Per soggetti con gravi neuro-disabilità che trascorrono regolarmente del tempo in strutture come collegi, la vaccinazione può essere considerata, in particolar modo per ragazzi con più di 12 anni.

Gli anziani faranno il vaccino?

Sì gli anziani saranno vaccinati. Visto che le dosi di vaccino disponibili all’inizio sono limitate, gli anziani vengono vaccinati basandosi sul criterio dell’età, quindi partendo da coloro che hanno più di 80 anni e via via andando a vaccinare le fasce di popolazione più giovani (prima coloro che hanno tra 75 e 80 anni, poi tra i 70 e i 75 anni e così via).

Se una persona ha già avuto il Covid deve vaccinarsi?

Al momento attuale chi ha avuto il Covid non si deve vaccinare perché la malattia ha prodotto degli anticorpi che lo proteggono per un certo periodo. Non è escluso che in un secondo momento anche queste persone saranno vaccinate per non perdere la protezione.

Se un paziente ha una patologia grave (come un tumore o fa la dialisi) si deve vaccinare?

Proprio questi pazienti rischiano di più in caso di contagio con il virus del Covid, quindi saranno vaccinati e anche appena possibile.

Chi fa terapie che riducono la funzione del sistema immunitario può vaccinarsi?

I dati relativi a pazienti il cui sistema immunitario è indebolito, sono in numero limitato. Sebbene queste persone possano non rispondere altrettanto bene al vaccino, non vi sono particolari problemi di sicurezza e pertanto potranno essere vaccinate.

So che esistono tanti tipi di vaccino anti-Covid: posso scegliere?

A oggi bisogna utilizzare il vaccino che abbiamo a disposizione. In queste prime fasi della campagna vaccinale abbiamo a disposizione un solo vaccino, quindi non si ha possibilità di scelta. Nei mesi successivi ne verranno approvati altri, quindi è ipotizzabile che i medici possano scegliere in maniera diversa il tipo di vaccino che si mostrerà più adatto alla singola persona. Al momento però non abbiamo informazioni certe su questo argomento.

Una volta vaccinato, per quanto tempo sarò protetto?

Le informazioni attuali non ci permettono di dare una risposta precisa a questa domanda. Le conoscenze sui vaccini contro altri tipi di coronavirus indicano che la protezione dovrebbe essere di almeno 9-12 mesi.

È vero che se soffro di allergie non posso fare il vaccino anti-Covid?

Se un paziente ha avuto una grave reazione anafilattica o una grave allergia, deve consultarsi col proprio medico prima di sottoporsi a vaccinazione.

Devo firmare un consenso informato per fare il vaccino anti-Covid?

Anche questo vaccino prevede il consenso del paziente a cui verrà proposto. Il modulo da leggere attentamente, compilare e firmare è disponibile anche online.

Posso fare il vaccino se sono in gravidanza o allatto?

Il vaccino non è stato studiato nelle donne in gravidanza ma studi condotti sugli animali non hanno evidenziato effetti dannosi. Il vaccino non è comunque controindicato in gravidanza. Alcune donne sono esposte a maggior rischio di contrarre il Covid a causa della loro attività lavorativa (es operatrici sanitarie). Il decorso della malattia in gravidanza potrebbe essere più grave in presenza di patologie come diabete, obesità, malattie cardiovascolari. Anche per l’allattamento al seno non esistono al momento studi, tuttavia non sono ragionevolmente prevedibili rischi che ne indichino l’interruzione. La somministrazione del vaccino in gravidanza e durante l’allattamento al seno dovrebbero essere decisi dopo una consulenza medica, valutando attentamente rischi e benefici.

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