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YouTube sotto accusa: troppi video promuovono l’abuso di alcol tra i giovani

Le bravate riprese nei video amatoriali comunicano messaggi distorti che si diffondono a colpi di “mi piace”.

Provate a digitare la parola “ubriaco” su YouTube: sono quasi 200.000 i video italiani postati con questa parola chiave. Peggio ancora se si cerca il corrispettivo in inglese “drunk”: più di 8 milioni di clip ritraggono giovani con la testa nel wc, alla guida spericolata di un’auto o ragazze in atteggiamenti a dir poco equivocabili. Una valanga di video amatoriali, spesso accompagnati da battute ironiche e risate di sottofondo, che rappresentano il più grande spot a favore dell’abuso dell’alcol nei giovani. Ne sono convinti i ricercatori statunitensi dell’Università di Pittsburgh, che per primi hanno provato ad analizzare in modo scientifico la rappresentazione dell’alcol che emerge dalla più famosa piattaforma mondiale di video online.

Il loro studio, pubblicato sulla rivista Alcoholism: Clinical and Experimental Research, passa in rassegna i video scovati su YouTube digitando la parola “ubriaco” e altri quattro sinonimi appartenenti al vocabolario dei giovanissimi. Mettendo insieme i 70 filmati più popolari sul tema, si totalizzano oltre 330 milioni di visualizzazioni. I protagonisti sono soprattutto ragazzi, ma in un video su due compaiono anche ragazze. Nel 79% dei casi, l’uso di alcol è accompagnato da una buona dose di umorismo. In un video su quattro compare un veicolo motorizzato, in quattro video su dieci si fa riferimento esplicito ad una particolare marca di alcolici. Sebbene l’86% dei video mostri l’intossicazione da alcol, solo il 7% fa riferimento alla dipendenza. La cosa ancora più preoccupante è il modo con cui questi messaggi distorti si diffondono a colpi di “mi piace”: per ogni pollice verso cliccato dagli utenti, ce ne sono altri 23 rivolti all’insù che commentano positivamente.

Gruppo San Donato

«Sappiamo che molti spettatori sono abbastanza scaltri da guardare in maniera scettica e distaccata i video musicali e gli spot pubblicitari per ritraggono l’intossicazione da alcol come qualcosa di divertente, ma allo stesso tempo sappiamo che molti di loro potrebbero essere meno cinici di fronte ad un video amatoriale su YouTube che riprende la bravata di un gruppo di coetanei ubriachi», commenta il coordinatore dello studio Brian A. Primack. Per vincere questa disinformazione dilagante, secondo i ricercatori bisogna sfidarla sullo stesso terreno di gioco, ovvero Internet. Proprio il web e i social network potrebbero essere il mezzo più efficace di questi tempi per veicolare messaggi educativi rivolti soprattutto al genere maschile.

EB

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