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Una nuova terapia per il tumore metastatico del colon-retto

L’AIFA ha approvato la rimborsabilità del farmaco fruquintinib per il trattamento di pazienti adulti che sono stati precedentemente trattati con le terapie standard

Il tumore del colon-retto rappresenta il dieci per cento di tutti i tumori ed è terzo per incidenza dopo il tumore al seno e il tumore del polmone. Colpisce entrambi i sessi, maggiormente dai 60 ai 75 anni, ed è uno dei più frequenti nella popolazione italiana: nel 2024 sono state stimate circa 48.000 nuove diagnosi e sono quasi mezzo milione le persone viventi nel nostro Paese dopo una diagnosi di tumore del colon-retto.

La diagnosi di tumore ha sempre un impatto drammatico, oltretutto nel caso del colon-retto due pazienti su dieci presentano metastasi già alla prima diagnosi e anche in tre pazienti su dieci con malattia inizialmente localizzata il tumore si svilupperà in altri organi.

In questi casi l’obiettivo principale è quello di estendere la sopravvivenza, ma in molti di questi pazienti il tumore progredisce nonostante i trattamenti, oppure sono intolleranti alle terapie standard. Ma adesso la disponibilità di un nuovo farmaco offre un’opzione terapeutica in più per questi pazienti.

Fruquintinib: nuova terapia per il tumore metastatico del colon-retto

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha infatti approvato la rimborsabilità del farmaco fruquintinib per il trattamento di pazienti adulti che sono stati precedentemente trattati con le terapie standard. «Fruquintinib agisce bloccando le vie che portano ossigeno al tumore, inibendo la sua crescita tumorale e la formazione di metastasi. In pratica il tumore viene “soffocato”» spiega Sara Lonardi, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica all’ Istituto Oncologico Veneto IOV – IRCCS di Padova.

«Fruquintinib è un farmaco orale che ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza globale e della sopravvivenza libera da malattia. Al dato di efficacia si associa anche un buon profilo di sicurezza e una buona qualità di vita. Questo significa poter avere, oggi, una nuova opzione per i pazienti in fase avanzata di malattia».

Convivere con una malattia tumorale in fase metastatica comporta importanti conseguenze fisiche, alle quale si somma un rilevante carico psicologico. «La malattia provoca uno sconvolgimento emotivo, fisico e psichico sui pazienti» sottolinea Stefania Gori, Presidente ROPI – Rete Oncologica Pazienti Italia. «È importante quindi prevedere un approccio integrato alla cura anche nelle forme metastatiche e che sia possibile l’eventuale arruolamento in studi che utilizzano farmaci innovativi non ancora disponibili nella pratica clinica. Ogni paziente con tumore del colon-retto metastatico vuole vivere più a lungo possibile una vita degna di essere vissuta».

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