
Un intervento che apre una nuova frontiera nella chirurgia toracica. Per la prima volta al mondo, all’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea di Roma, è stato eseguito un trapianto di arteria polmonare in una paziente con tumore al polmone.
L’operazione, avvenuta il 17 luglio scorso, ha visto protagoniste due giovani chirurghe toraciche, Cecilia Menna e Beatrice Trabalza Marinucci, sotto la guida del professor Erino A. Rendina, direttore della Chirurgia toracica del Sant’Andrea e preside della facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza.
La paziente, una donna di oltre 70 anni, era affetta da un tumore infiltrante l’arteria polmonare sinistra, considerata inoperabile fino a poco tempo fa. Grazie a un trattamento combinato di immunoterapia e chemioterapia, il tumore si era ridotto, ma la sua posizione rendeva complesso intervenire in modo tradizionale. È stata allora l’intuizione della dottoressa Menna a cambiare le carte in tavola, portando il team a ipotizzare un trapianto di arteria criopreservata, un’idea mai tentata prima in questo contesto.
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Un’operazione mai tentata prima
Durante l’intervento, eseguito in circolazione extracorporea, i chirurghi hanno rimosso completamente l’arteria polmonare malata, insieme al polmone sinistro e a una porzione di trachea, per poi ricostruire le vie aeree e il flusso sanguigno grazie a un segmento di arteria polmonare criopreservata di circa 5 centimetri, proveniente da una banca dei tessuti di Barcellona.
«Nel tumore del polmone l’infiltrazione è assolutamente imprevedibile», spiega Rendina. «In alcuni casi è possibile intervenire, in altri il cancro stravolge l’anatomia. Prima di oggi nessuno aveva immaginato di poter ricostruire un’arteria polmonare in questo modo».
Uno dei punti più delicati è stato proprio il ripristino della corretta tensione del vaso sanguigno, sottolineano i medici. I materiali sintetici, infatti, non riescono a replicare la resistenza e flessibilità dell’arteria originale, aumentando il rischio di ostruzioni. L’uso di un’arteria biologica criopreservata ha permesso invece di ottenere un risultato perfettamente compatibile con la fisiologia della paziente.
Una nuova possibilità terapeutica
Oggi la donna sta bene e il decorso post-operatorio è stato positivo. “Questo intervento rappresenta una possibilità in più per i pazienti che fino a oggi erano considerati inoperabili”, commenta Rendina. “È il frutto della collaborazione, della ricerca e del coraggio di guardare oltre le procedure tradizionali”.
Il trapianto di arteria polmonare apre dunque una nuova prospettiva nella cura dei tumori polmonari avanzati, combinando innovazione chirurgica e terapie oncologiche di ultima generazione. Un passo avanti che dimostra come, anche nelle sfide più complesse, la ricerca e l’intuizione possano cambiare il destino di una malattia.




