Si chiamano CAR-T e stanno rivoluzionando il trattamento del mieloma multiplo – un tumore del sangue che colpisce alcune cellule del midollo osseo. Si utilizzano anche nei casi di ricaduta di malattia oppure che non risponde ad altre terapie, come è stato confermato durante il congresso dell’Associazione Europea di Ematologia, che si è svolto recentemente a Milano.
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Il ruolo delle Car-T nel trattamento del mieloma multiplo
«Le Car-T sono un “farmaco vivente” realizzato a partire dal sangue del singolo paziente, che oggi offre una possibilità di cura in caso di leucemia, linfoma e mieloma». Benedetto Bruno è Direttore di Ematologia all’Azienda Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino e Professore di Ematologia dell’Università di Torino.
«All’interno di un processo estremamente delicato, i linfociti del sistema immunitario del paziente vengono ingegnerizzati, “addestrati” a riconoscere le cellule tumorali. In seguito vengono infusi di nuovo nel sangue del paziente, con la missione di cercare e distruggere il loro obiettivo».
Cosa sono le nuove CAR-T di ultima generazione?
Le prime CAR-T sono disponibili da alcuni anni e già sono utilizzate CAR-T seconda generazione. A breve saranno disponibili terapie di terza generazione che consentiranno di ridurre la tossicità e gli effetti collaterali. Nello stesso tempo avranno una migliore d’efficacia, colpendo con una precisione ancora maggiore le cellule tumorali. Magari un giornio arriveremo alla cura, anche se è considerata una patologia ematologica non guaribile.
Gli studi su anitocabtagene autoleucel
Una delle terapie si chiama anitocabtagene autoleucel e sarà disponibile per il 2026. «Negli studi clinici il trattamento ha evidenziato un tasso di risposta globale del 97%, un tasso di pazienti con malattia minima residua del 93%, con un ottimo profilo di sicurezza: nessun caso di neurotossicità nel 91% dei pazienti trattati» conferma Bruno. « Sono dati che potrebbero cambiare radicalmente la gestione del mieloma multiplo fin dalle prime fasi del trattamento. Inizialmente utilizzate in caso di fallimento di altre terapie, le CAR-T si sono dimostrate molto efficaci, tanto che questi nuovi studi potrebbero confermare che potranno essere utilizzate anche in una fase precoce della malattia».