
Nel 2024 sono state registrate 2.379 nuove diagnosi di HIV, pari a 4 nuovi casi ogni 100.000 residenti. Un dato leggermente inferiore rispetto al 2023 (2.507 diagnosi) e più basso della media dell’Europa occidentale, che si attesta intorno a 5,9 casi per 100.000 abitanti.
Le province con l’incidenza più elevata sono state Roma, Firenze e Milano, mentre le regioni con più casi per popolazione sono Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna. In termini assoluti, la Lombardia è la regione con il numero più alto di nuove diagnosi (449).
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato l’aggiornamento annuale sulle nuove diagnosi di infezione da HIV e sui casi di AIDS in Italia. Si tratta di un documento cruciale per comprendere l’andamento dell’epidemia nel nostro Paese e per indirizzare politiche di prevenzione e accesso al test. L’ISS, infatti, è il principale punto di riferimento nazionale per la ricerca biomedica e la salute pubblica: si occupa di sorveglianza, prevenzione, regolamentazione e formazione, con un ruolo chiave anche nella comunicazione scientifica.
In questo articolo
Come avvengono oggi le nuove trasmissioni
Negli ultimi dieci anni, la modalità di trasmissione più frequente rimane quella sessuale. Nel 2024:
- 46% dei nuovi casi riguarda persone eterosessuali: 27,9% maschi, 18,1% femmine,
- 41,6% è attribuibile ai rapporti tra maschi (MSM),
- 3,8% è legato all’uso di sostanze stupefacenti.
Dopo una progressiva diminuzione delle nuove diagnosi tra 2012 e 2020, dal 2020 al 2023 si è osservato un aumento costante, con una sostanziale stabilità nel 2024.
Diagnosi tardiva: un problema sempre più rilevante
Uno dei dati più preoccupanti riguarda la diagnosi tardiva, cioè quando l’infezione viene scoperta con valori molto bassi di linfociti CD4 o direttamente in fase di AIDS.
Nel 2024:
- due terzi delle persone eterosessuali hanno ricevuto la diagnosi tardivamente
- oltre la metà degli MSM è arrivata alla diagnosi con CD4 inferiori a 350 cell/μL, che significa che il virus ha già danneggiato il sistema immunitario.
Una condizione che indica che l’infezione è in corso da anni, spesso senza sintomi evidenti, e che il sistema immunitario è già compromesso.
In molti casi, infatti, la scoperta dell’infezione avviene per la presenza di sintomi o patologie correlate (quasi la metà delle nuove diagnosi), mentre solo un quinto degli individui ha effettuato il test dopo comportamenti sessuali a rischio.
Chi sono le persone che oggi ricevono una nuova diagnosi di HIV
Nel 2024, il 79% delle nuove diagnosi riguarda uomini. L’età media è 41 anni, leggermente più alta rispetto alle donne (40 anni). La fascia più colpita è quella 30-39 anni, con un’incidenza di 10 nuovi casi per 100.000 residenti: tra i maschi il valore è triplo rispetto alle femmine (15,2 contro 4,5).
Si stima che in Italia vivano complessivamente circa 150.000 persone con HIV, con una prevalenza dello 0,3%.
AIDS in Italia: 450 nuove diagnosi nel 2024
Nel 2024 sono stati registrati 450 nuovi casi di AIDS, pari a un’incidenza di 0,8 casi per 100.000 residenti.
Un dato particolarmente significativo è che l’83,6% delle persone diagnosticate con AIDS ha scoperto di essere HIV positiva nei sei mesi precedenti la diagnosi: un ulteriore segnale della difficoltà nel fare prevenzione e screening precoce.
Dal 1982 a oggi in Italia sono stati notificati 73.717 casi di AIDS, con 48.356 decessi (dato aggiornato al 2022). Le persone che vivono con una diagnosi di AIDS nel 2022 sono 24.790.
La polmonite da Pneumocystis è ancora la più frequente
Tra le persone che non avevano mai iniziato una terapia antiretrovirale, la patologia di esordio più comune è stata la polmonite da Pneumocystis jirovecii (22,4%), pur mostrando un calo significativo rispetto agli ultimi vent’anni.
Gli esperti dell’ISS: “Più prevenzione e più test, soprattutto tra i giovani”
Barbara Suligoi, direttrice del Centro Operativo AIDS dell’ISS, sottolinea la necessità di aumentare la sensibilizzazione: «Dal 2015 è in continuo aumento la quota di persone che scopre l’HIV in fase avanzata. Nel 2024, due terzi degli eterosessuali e più della metà degli MSM ricevono una diagnosi quando il sistema immunitario è già compromesso».
Secondo Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento di Malattie Infettive dell’ISS: «È fondamentale mantenere alta l’attenzione sull’HIV e su tutte le malattie sessualmente trasmissibili. Dobbiamo diffondere una cultura della prevenzione, soprattutto tra i giovani».




