
Chi soffre di emicrania episodica potrebbe avere un rischio maggiore di sviluppare endometriosi, e viceversa. A suggerirlo è un nuovo studio condotto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ift) in collaborazione con la Fondazione Santa Lucia IRCCS e l’Università di Roma “Tor Vergata”, che ha individuato specifici marcatori infiammatori comuni alle due patologie.
La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Neurology, Neuroimmunology and Neuroinflammation, apre la strada a nuove terapie mirate per le donne che convivono con queste condizioni dolorose e spesso sottovalutate.
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Due patologie femminili con un possibile filo conduttore
L’emicrania episodica è un disturbo neurologico caratterizzato da attacchi ricorrenti di mal di testa intenso, spesso accompagnato da nausea, ipersensibilità alla luce e al suono.
L’endometriosi, invece, è una malattia ginecologica cronica in cui il tessuto simile a quello dell’endometrio cresce al di fuori dell’utero, provocando infiammazione, dolore pelvico e, in alcuni casi, infertilità.
Sebbene si tratti di patologie apparentemente diverse, entrambe colpiscono prevalentemente le donne in età fertile e condividono alcuni tratti clinici: dolore cronico, infiammazione e impatto significativo sulla qualità della vita. Il nuovo studio italiano suggerisce che alla base possa esserci un meccanismo biologico comune, legato proprio all’infiammazione sistemica.
I marcatori infiammatori che collegano emicrania ed endometriosi
Il team guidato da Valerio Chiurchiù, ricercatore del Cnr-Ift e responsabile del Laboratorio di risoluzione dell’infiammazione presso la Fondazione Santa Lucia IRCCS, ha analizzato il sangue di un gruppo di donne suddivise in tre categorie:
- pazienti con emicrania episodica,
- pazienti con endometriosi,
- pazienti con entrambe le patologie.
Sono stati misurati i livelli di tre molecole infiammatorie – TNF-alfa, IL-1 beta e IL-6 – note per il loro ruolo nei processi di infiammazione cronica.
I risultati sono stati chiari:
- Le donne con emicrania episodica mostravano valori di TNF-alfa e IL-6 più elevati rispetto ai soggetti sani.
- Nelle donne con entrambe le malattie, i livelli di IL-1 e IL-6 erano ancora più alti, suggerendo un effetto sinergico tra le due condizioni.
«Il nostro studio fornisce prove biologiche dell’esistenza di un meccanismo infiammatorio condiviso tra emicrania episodica ed endometriosi», spiega Chiurchiù. «Le due patologie sembrano amplificarsi a vicenda, aumentando la sensibilità al dolore e la risposta infiammatoria dell’organismo».
Quando l’infiammazione potenzia il dolore
Secondo i ricercatori, l’aumento di questi marcatori infiammatori non è un semplice segnale biologico: è direttamente collegato alla frequenza e all’intensità degli attacchi di emicrania, alla disabilità che ne deriva e alla gravità dei dolori mestruali. Nelle donne affette solo da endometriosi, invece, non si è osservato lo stesso incremento dei livelli di citochine infiammatorie.
Questo dato rafforza l’idea che il sistema immunitario e i meccanismi del dolore abbiano un ruolo cruciale nel collegare cervello e apparato riproduttivo femminile, due organi spesso considerati separati ma, in realtà, strettamente interconnessi attraverso vie neuro-immunitarie.
Verso nuove terapie mirate contro l’infiammazione
I risultati dello studio non si limitano a chiarire un legame biologico: aprono nuove prospettive terapeutiche.
Come spiega Maria Albanese, responsabile del Centro Cefalee del Policlinico Tor Vergata e prima autrice dello studio, «queste scoperte suggeriscono la possibilità di utilizzare farmaci biologici o antinfiammatori mirati contro TNF-alfa e IL-6, le due molecole chiave dei processi infiammatori comuni alle due patologie».
Si tratta di una prospettiva importante, soprattutto perché le terapie attuali per emicrania ed endometriosi si concentrano per lo più sul controllo dei sintomi, senza agire sulle cause infiammatorie profonde.
Un passo avanti per la salute femminile
L’emicrania episodica e l’endometriosi sono entrambe malattie croniche e invalidanti, che colpiscono milioni di donne in tutto il mondo. Comprendere che possono condividere lo stesso meccanismo biologico potrebbe cambiare l’approccio clinico e migliorare la diagnosi e la cura.
Lo studio, finanziato dal programma Next Generation EU e dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), rappresenta dunque un tassello fondamentale verso una medicina più personalizzata e integrata per la salute femminile.




