In Italia ogni anno quasi seimila persone ricevono diagnosi di mieloma multiplo, un tumore che colpisce un tipo particolare di cellule del midollo osseo. I pazienti in terapia vanno incontro solitamente a remissioni della malattia seguite però da ricadute, con possibilità terapeutiche via via sempre più limitate.
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Forme più difficili di mieloma multiplo: il ruolo di elranatamab
Ecco perché l’approvazione di un nuovo farmaco, elranatamab, apre nuove prospettive: è un anticorpo monoclonale in grado di riattivare il sistema immunitario del paziente e colpire selettivamente le cellule tumorali. La terapia ha avuto risultati eccellenti in termini di efficacia e di somministrazione, che avviene per via sottocutanea.
La conferma degli studi
«Grazie a meccanismi d’azione innovativi come quello di elranatamab, oggi possiamo osservare risposte clinicamente rilevanti anche in pazienti con mieloma per i quali le alternative terapeutiche erano finora molto limitate» commenta Elena Zamagni, Professore associato di Ematologia all’azienda ospedaliera S. Orsola-Malpighi di Bologna. «Gli studi indicano un controllo della malattia in una percentuale significativa di pazienti, con la possibilità di gestione in regime ambulatoriale fin dalle prime fasi, un aspetto che può
incidere positivamente sull’organizzazione dei trattamenti e sulla qualità di vita».
Il trattamento è rimborsato dal servizio sanitario nazionale
La rimborsabilità del trattamento in Italia si basa sui risultati dello studio registrativo Magnetis, nel quale pazienti altamente trattati in precedenza e con prognosi sfavorevole, dopo quasi tre anni di controllo hanno invece hanno mostrato un tasso di risposta globale del 61% grazie alla terapia con elranatamab.
«Attualmente i pazienti affetti da mieloma multiplo recidivato e refrattario dopo tripla esposizione terapeutica rappresentano una delle popolazioni clinicamente più difficili da trattare, con un alto bisogno terapeutico insoddisfatto e un’aspettativa di vita di circa un anno» conferma Maria Teresa Petrucci, Dirigente medico di Ematologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Policlinico Umberto I di Roma. «L’introduzione di un nuovo anticorpo bispecifico come elranatamab rappresenta quindi un passo importante per il paziente ma anche per il clinico, che può contare su un’opzione molto efficace e più gestibile».