Sessualità

Educazione sessuale: come spiegare il sesso ai figli

A scuola se ne fa poca e i comportamenti a rischio sono ancora alti negli adolescenti. Ecco qualche consiglio ai genitori

È il famoso “discorso”, quello sul sesso, che un genitore prima o poi sa di dover fare al figlio. Tuttavia, l’educazione sessuale dei giovani non dovrebbe essere in mano solo ai genitori e limitarsi a qualche discorsetto imbarazzato, ma dovrebbe essere supportata dalla scuola, con corsi non marginali e precisi, soprattutto per quanto riguarda la contraccezione e le malattie sessualmente trasmissibili.

Indagini condotte negli ultimi anni hanno rivelato percentuali ancora troppo alte di adolescenti che, durante i rapporti sessuali, non adottano precauzioni. Questa evidenza sociale, per quanto eclatante, stupisce solo in parte ed é il risultato di una fallimentare culturale dell’educazione sessuale di cui spesso si parla, ma che mai prende forma.

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Di fatto l’educazione sessuale concepita dalle scuole come un surplus, ha già al suo interno il germe dell’inutilitá. La questione centrale è quella di una preparazione psicopedagogica e sessuologica anche degli insegnanti e la costituzione di servizi scolastici specifici ed integrati che si facciano carico di un problema o della sua prevenzione.

Educazione sessuale: consigli su come spiegare il sesso ai propri figli

Soddisfare le curiosità – Non appena vostro figlio o figlia vi fa una domanda sul sesso, rispondete. Se lo fa non significa che è sessualmente precoce, ma che probabilmente ne ha già sentito parlare da un amichetto. Se voi genitori non soddisfate la sua normale curiosità, sicuramente cercherà una risposta in autonomia con l’alto rischio che sia sbagliata.

No imbarazzo – Se non siete preparati sull’argomento prendetevi il tempo sufficiente per acquisire tutte le informazioni necessarie e dedicate un momento della giornata alla curiosità di vostro figlio. Siate sinceri, dite sempre la verità.

Parlate degli aspetti piacevoli del sesso – Quasi sempre i genitori si limitano a spiegare tutti i dettagli fisiologici della fecondazione o del ciclo mestruale senza mai accennare al piacere sessuale e all’amore. Conoscere anche le componenti ludica e relazionale del sesso aiuta a costruire un’immagine sana e completa della sessualità.

Non demonizzare il sesso – Parlare anche dei possibili aspetti negativi della sessualità (malattie sesso-trasmesse, abusi sessuali, ecc.) è senza dubbio di grande importanza, purché non prevalgano su quelli positivi. I mass media forniscono quotidianamente notizie terrificanti legate al sesso, che i bambini apprendono in silenzio. Il genitore dovrebbe insegnare a saper distinguere le cose buone da quelle cattive. Evitando di trasmettere continuamente preoccupazioni eccessive, che il bambino può vivere con grande disagio e con un vero e proprio sentimento di terrore.

Educazione sessuale: se il sesso è in televisione

Può capitare in qualsiasi fascia oraria, in ogni tipo di programma e senza troppi giri di parole. Quando si guarda la tv, il richiamo a sfondo sessuale è sempre dietro l’angolo. E questo nonostante esistano precise normative a riguardo per proteggere i minori.

Saltando da un canale all’altro, in presenza dei nostri figli, è molto probabile incappare in una scena “imbarazzante”, che avremmo voluto evitare. «Niente di allarmante, la vita prevede anche quello» commenta Emmanuele Jannini, professore di sessuologia medica all’Università di Roma Tor Vergata. Che evidenzia tre principali linee di comportamento da seguire nel caso in cui sul piccolo schermo appaiano uomini e donne nudi impegnati in situazioni più o meno osè.

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Sesso in tv: tre consigli da seguire

  1. Non cambiare subito canale – Servirebbe solo a creare un’inutile morbosità nel bambino. Meglio che anche lui veda quello che passa in tv. 
  2. Non divagare inutilmente – Molto probabilmente vostro figlio vi domanderà il motivo per il quale le persone che sta vedendo sul piccolo schermo sono nude a letto piuttosto che in un’altra situazione e voi dovrete replicargli applicando una delle regole d’oro della sessuologia: si risponde esattamente a quello che il bambino chiede, nulla di più. Non bisogna anticipare altri interrogativi. Altrimenti si corre il rischio di innescare stimoli che non sono in sintonia con lo sviluppo fisico e mentale del piccolo. 
  3. Niente moralismi – Rinunciate a censure di tipo religioso («Due persone non sposate a letto commettono peccato») o a troppo precoci istanze femministe («Quelle showgirl sono donne oggetto»). Lasciate che la personalità di vostro figlio sbocci in modo naturale.

Educazione sessuale, ma non solo

Una poesia d’amore? Roba da femminucce. «Niente di più sbagliato», dice Stefano Pieri, psicoterapeuta che da anni tiene corsi di educazione sentimentale presso scuole medie e licei in giro per l’Italia, su incarico dei Comuni. Avete capito bene: corsi di educazione sentimentale, non di educazione sessuale.

«Che cosa è da vero macho? Imparare il lessico delle emozioni, leggere il bigliettino che accompagna il cioccolatino insieme alla ragazza a cui lo si offre», risponde Pieri. «Solo chi è disposto a conoscere il potere delle cosiddette farfalle nello stomaco saprà amare e farsi amare».

Educazione sentimentale: le parole sono importanti 

Così, il ragazzo maturo sentimentalmente, quando invia un sms, non si limita a scrivere «ciao, come stai?», ma fa domande che esigono repliche vere e precise, come «ti è piaciuto venire al cinema con me ieri sera?». In poche parole, s’interessa all’altra persona.
Quegli adolescenti che vantano di «essersi fatti» dieci ragazze o ragazzi in un anno, ridano pure.

Secondo Pieri, è proprio perché affrontano la sessualità come una performance tecnica e agonistica che circa sette maschietti teenager su cento soffrono di eiaculazione precoce o di disfunzione erettile, e altrettante loro coetanee sono frigide, non provano alcun piacere durante il rapporto.

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Parlare ai figli già a dieci anni

Temono di soffrire, di essere «fregati» e abbandonati se si lasciano andare alla classica cotta. «Invece i genitori dovrebbero spiegare quanto è bello innamorarsi ai figli già fra i 10 e i 13 anni (dopo non chiedono più niente). Quanto è più piacevole baciarsi e accarezzarsi quando il partner li emoziona davvero», aggiunge Roberto Todella, docente al master di sessuologia dell’Università di Pisa. «Dovrebbero spiegarlo con esempi concreti, per esempio ripescando ricordi della propria adolescenza».

Le emozioni aiutano l’eros

Non solo per un discorso morale, ma perché quando il desiderio è intriso di sentimento ci sono meno rischi di incappare in deludenti défaillance erotiche che possono incidere negativamente sullo sviluppo della sessualità adulta. O addirittura indurre i ragazzi ad assumere farmaci senza controllo medico o sostanze stimolanti e dannosissime come l’ecstasy. Perché un partner casuale, scelto tanto per fare numero, eccita meno di una persona che fa battere il cuore.

«È importante spiegare il valore dell’attesa», dice Todella. «Darsi il tempo di conoscere l’altro e se stessi, anche nell’intimità. Mai farsi incantare dalle scene stereotipate al cinema, dove gli amanti gridano sempre di piacere».

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