Salute

Terapia del dolore cronico: a che punto siamo

Problema mondiale, oltre ad avere ripercussioni fisiche, mentali e sociorelazionali, comporta spese sostenute per il paziente

Milioni di italiani soffrono di dolore cronico. Alcuni non sanno a chi rivolgersi, altri si sottopongono a terapie inadeguate prima di giungere a un centro specializzato, altri ancora attendono mesi prima di una risposta al loro bisogno di cura. Riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come uno dei maggiori problemi mondiali di salute pubblica in generale, oltre ad avere ripercussioni fisiche, mentali e sociorelazionali, causa problemi economici, con spese sostenute per il paziente.

Alla luce di ciò, SIAARTI ha sentito la necessità di definire e proporre un Documento pubblico sul Dolore Cronico: OLTRE IL DOLORE, MANIFESTO SOCIALE CONTRO LA SOFFERENZA. Condiviso, firmato e sostenuto da Associazioni dei cittadini, Società scientifiche, dal Mondo dell’informazione così come da firme allegate, e realizzato con il supporto incondizionato di Grunenthal, il Manifesto identifica le 10 azioni necessarie per affermare il diritto alla terapia del dolore cronico:

Gruppo San Donato

  1. Che l’accesso alla terapia del dolore cronico non oncologico sia considerato un diritto inalienabile ed esigibile dai cittadini italiani, vantaggioso per la società intera, assicurato dalla presenza di competenze specifiche dedicate, verso cui tutte le Istituzioni sanitarie ed il SSN devono essere mobilitate.
  2. La diffusione completa, continua e senza differenziazione territoriale della terapia del dolore sul territorio nazionale, seguendo i dettami delle norme di riferimento richiamate nella Premessa Fondativa.
  3. Sviluppare nel tempo dati certi di riferimento per definire il numero di centri di terapia del dolore necessari sul territorio nazionale e regionale in rapporto con il numero di abitanti, affinchè sia soddisfatto il fabbisogno dei cittadini, mante- nendo sempre aggiornato il censimento dei centri in rapporto con il numero dei pazienti seguiti e trattati.
  4. Assicurare che i Centri di terapia del dolore siano pienamente operativi e funzionanti, con organici competenti e completi, ed in grado di assicurare ai cittadini l’accesso omogeneo su tutto il territorio nazionale alle terapie ed alla loro continui- tà, abbattendo le liste di attesa, ed assicurando un effettivo e corretto percorso di cura al paziente con dolore cronico non oncologico.
  5. Che le fasce più fragili della popolazione abbiano certezza di accesso garantito, tempestivo, facilitato e continuo ai centri di terapia del dolore.
  6. Che tutte le professioni sanitarie coinvolte nella terapia del dolore siano incluse nei percorsi assistenziali garantiti ai cittadini-pazienti e ricevano una formazione di qualità, adeguata, continua, basata sulle evidenze.
  7. Che la ricerca in ambito algologico possa accedere in via preferenziale a fondi speciali per lo sviluppo di farmaci innovativi, in modo analogo a ciò che viene già realizzato in altri ambiti. Inoltre, si sottolinea la necessità che anche la ricerca indipendente sia favorita e sostenuta in modo prioritario dalle Agenzie nazionali.
  8. Che le soluzioni a forte componente di innovazione tecnologica siano espressamente sviluppate nella gestione telemonitorag- gio, teleconsulto e teleassistenza nell’ambito del dolore.
  9. Che le istituzioni, le agenzie centrali e regionali, le società scientifiche in collaborazione con le Associazioni dei pazienti si dotino di strumenti per verificare con continuità e precisione lo stato di implementazione della Legge 38.2010 e degli accor- di successivi nell’ambito del dolore.
  10. Che i media nazionali e locali, tradizionali, digitali e sociali siano coinvolti nella diffusione corretta e continua dell’informazione sulla terapia del dolore, anche grazie al coinvolgimento diretto delle Associazioni dei pazienti e delle Organiz- zazioni civiche dei cittadini.

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