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Zecche: cosa si rischia? Quando andare dal medico

Il cambiamento climatico è la principale causa del boom di casi. Ora per fortuna c'è un nuovo sistema per la diagnosi precoce

Cambia il clima e arrivano parassiti che trasmettono malattie a causa dei morsi delle zecche un tempo sconosciute ad altitudini e latitudini come quelle del Nord Est italiano. Da Bolzano a Trento, passando per il Veneto e il Friuli Venezia Giulia sono molti i casi di patologie trasmesse dal morso della zecca. La preoccupazione per la presenza di zecche sta arrivando anche in altre regioni italiane come il Lazio, l’Umbria e l’Abruzzo. Il primo consiglio, oltre quello di indossare sempre scarponcini e calze alte, è quello di controllarsi molto bene dopo una passeggiata in campagna o in montagna.

Diciamo subito che nella maggior parte dei casi il morso della zecca è innocuo.  È sostanzialmente inutile ricorrere subito al medico dopo una puntura di zecca. Solo quando si manifestano i sintomi bisogna andarci, ma tempestivamente, perché prima si affrontano le conseguenze, più facile è guarire.

Gruppo San Donato

Riconoscere alcune delle malattie che possono essere trasmesse dalle zecche può essere piuttosto complicato. Di solito i sintomi nelle prime fasi sono febbre e mal di testa, comuni a moltissime altre patologie. Esiste però un nuovo test di diagnostica molecolare (Rt-Pcr), che può individuare la presenza di uno degli agenti patogeni riconducibili al morso di una zecca in un paio d’ore.

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Che zecche ci sono in Italia?

Nel nostro Paese ci sono principalmente due tipi di zecche:

  1. quella del cane, la Rhipicephalus sanguineus, che colpisce in genere i nostri amici a quattro zampe. Solo eccezionalmente si attacca alle persone alle quali può trasmettere la febbre bottonosa;
  2. quella dei boschi, la Ixodes Ricinus, che può trasmetterci alcune patologie, come la malattia di Lyme.

Zecche: dove si trovano?

Di solito vivono nell’erba alta o nei cespugli oppure ancora nel sottobosco. Il periodo critico va dalla tardo primavera all’inizio dell’autunno, anche se ora con il cambiamento climatico in corso il periodo si sta un po’ allungando. La zecca del cane vive anche nelle cataste di legname o negli ammassi di macerie edili e ovviamente nelle cucce.

Come possiamo difenderci?

Innanzitutto evitare le zone coperte da erba alta. Durante le passeggiate bisognerebbe comunque:

  • indossare sempre pantaloni lunghi infilati dentro ai calzini;
  • camminare al centro del sentiero;
  • meglio indossare abiti chiari, per identificare facilmente le zecche e rimuoverle prima che possano arrivare alla cute;
  • ci sono anche dei repellenti che si possono usare, anche se vengono utilizzati più che altro per chi fa trekking sulle Rocky Mountain americane, dove esiste la zecca più pericolosa del mondo, che trasmette all’uomo una malattia, la Rocky Mountain spotted, che può avere esiti mortali.

Quali sono le malattie che possono essere trasmesse dal morso di una zecca?

Sostanzialmente sono la malattia di Lyme, la febbre bottonosa, la TBE. Per le ultime due c’è un vaccino.

La malattia di Lyme è causata da un microrganismo, la Borrelia Burgdorferi, che si può trovare nell’intestino della zecca, dove si moltiplica, raggiungendo poi anche le ghiandole salivari. Ha tre fasi:

  1. nella prima abbiamo sintomi localizzati come un eritema tondeggiante che si allarga progressivamente schiarendo nella zona centrale fino a formare una immagine ad anello.
  2. La seconda fase può essere accompagnata da sintomi generali quali febbre, brividi, stanchezza e malessere.
  3. La terza può essere persistente, con sintomi che possono andare avanti anche molto a lungo. Gli antibiotici funzionano bene nelle prime due fasi.

Per quanto riguarda invece la febbre bottonosa si manifesta con un rash cutaneo su tutto il corpo con una chiazza nerastra nel punto in cui la zecca ha morso. Può essere pericolosa perché può dare una vasculite, cioè un’infiammazione dei vasi sanguigni, che potrebbe colpire anche le coronarie con gravi conseguenze. Anche in questo caso la cura è antibiotica.

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La TBE può colpire sia adulti che bambini, con sintomi molto variabili. Solo in 3 casi su 10 dopo il morso della zecca compaiono dei sintomi del tutto simili a quelli dell’influenza. Successivamente la febbre scompare e generalmente i sintomi regrediscono senza alcuna conseguenza. Nel 10-20% di questi casi, però, dopo un intervallo senza sintomi di 8-20 giorni, inizia una seconda fase caratterizzata da segni di coinvolgimento del sistema nervoso centrale. Nei bambini la malattia tende ad essere più lieve. La mortalità è mediamente dell’1-5%.

Come si tolgono le zecche dal nostro corpo?

Bisogna afferrarla con una pinza il più possibile vicino alla cute, evitando di schiacciare e torcere il parassita. Una volta estratta, la zecca non va toccata a mani nude e va bruciata o gettata nel water. La zona cutanea colpita va lavata accuratamente con acqua e sapone e disinfettata, mantenendola sotto controllo per almeno 30-40 giorni; in caso di comparsa di arrossamento o altri sintomi è opportuno consultare il medico.

Cosa non bisogna fare?

Non utilizzare mai per rimuovere la zecca:

  • alcol,
  • benzina,
  • acetone,
  • trielina,
  • ammoniaca,
  • olio o grassi,
  • oggetti arroventati,
  • fiammiferi.

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