Una dieta troppo ricca di grassi e proteine di origine animale, insieme a stili di vita scorretti e sedentari che portano, tra l’altro, a un aumento di peso. Ecco i motivi per cui si registra un aumento dei casi di calcoli renali, che sono ritornati ad essere la prima malattia urologica trattata dagli specialisti negli ospedali italiani.
Più colpiti gli uomini rispetto alle donne, soprattutto dopo i 30 anni: «Chi ne soffre vede seriamente minata la propria qualità di vita» spiega Pierpaolo Graziotti (puoi chiedergli un consulto qui) Presidente dell’Associazione Urologi Italiani – AURO che a Bologna dal 24 al 26 maggio ha riunito gli specialisti italiani per il 22° Congresso nazionale. La calcolosi renale si manifesta attraverso sensazione di bruciore durante la minzione, tracce di sangue nelle urine e fortissimo dolore, soprattutto quando, l’organismo cerca di espellere il calcolo. E’ perciò un disturbo invalidante che può inoltre ripresentarsi più volte anche a distanza di molto tempo.
Gli esperti puntano il dito contro lo stile di vita odierno, e in particolare contro le scelte alimentari poco sane: «Un’alimentazione scorretta favorisce, infatti, la formazione di aggregazioni di minerali e quindi dei tipici “sassolini” che contraddistinguono la malattia» sottolinea Massimo Perachino, direttore dell’Urologia dell’Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato.
Negli ultimi anni, per eliminare i calcoli renali sono state introdotte nuove tecniche sempre meno invasive, novità di cui si discute anche al congresso. «Grazie alla RIRS o Retrograde Intrarenal Surgery siamo in grado di operare in modo efficace la calcolosi renale» continua Perachino. Si tratta di una tecnica endoscopica con la quale è possibile risale dall’uretere fino a dentro il rene.Una volta individuato, il calcolo viene polverizzato con l’utilizzo di un laser ad olmio. «I tempi di convalescenza sono molto rapidi rispetto al passato e a differenza del tradizionale bisturi non provoca ferite chirurgiche. Nel giro di pochi giorni il paziente può tranquillamente tornare alle sue normali abitudini di vita» conclude Perachino.
Il Congresso di Bologna affronta a 360° tutte le malattie urologiche dai tumori della prostata e vescica alla disfunzione erettile, dall’incontinenza urinaria ai disturbi renali. In particolare viene sottolineata l’importanza del team multidisciplinare, come spiega il presidente Graziotti: «L’urologo lavora sempre più in team insieme ad altri specialisti del benessere sia maschile che femminile. La multidisciplinarietà è la strategia vincente contro le malattie che hanno ripercussioni su tante altre componenti del nostro organismo e anche sulla psiche».
26/07/2015