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Sclerosi multipla: una dieta con poche calorie ne rallenta il decorso?

Al via uno studio tutto italiano per valutare se la restrizione calorica e l'eliminazione di particolari alimenti dalla dieta possano migliorare i sintomi e l'efficacia della terapia

Ridurre le calorie aiuta con la sclerosi multipla? Se lo sono chiesti due gruppi di ricerca italiani. Sono gli esperti dell’Università Federico II di Napoli e dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma, che hanno avviato uno studio clinico finanziato dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) e dalla sua Fondazione FISM.

Dove nasce l’ipotesi che ridurre le calorie aiuta con la sclerosi multipla?

Poco più di dieci anni fa, un team di specialisti ha scoperto che elevati livelli di leptina, un ormone prodotto dal tessuto adiposo per regolare il dispendio energetico e il senso di sazietà, possono ridurre la capacità delle cellule T regolatorie di tenere a bada la proliferazione delle cellule T autoreattive. Queste ultime cellule sono coinvolte direttamente nell’insorgenza della sclerosi multipla.

Gruppo San Donato

Grassi animali e zuccheri aumentano i livelli di leptina

I valori di leptina si innalzano soprattutto a causa di un consumo abbondante di grassi animali e zuccheri. Pertanto una dieta ipercalorica può inibire il corretto funzionamento delle cellule che normalmente proteggono da questa patologia neurodegenerativa. Stando ai risultati di un’altra ricerca, inoltre, la leptina è presente maggiormente nelle persone con sclerosi multipla piuttosto che in quelle sane. Partendo da questi presupposti, i gruppi di ricerca di Napoli e Roma proveranno a comprendere se la restrizione calorica può manipolare l’immunità e incidere sulle funzionalità del sistema immunitario.

Ridurre le calorie aiuta con la sclerosi multipla: cosa dice lo studio?

Per questo studio gli esperti hanno coinvolto un centinaio di persone con sclerosi multipla, sottoposte alla stessa terapia. Un parte di essi seguirà, per un anno intero, un regime alimentare con il 15-20% in meno di introito calorico giornaliero rispetto all’attuale. Dopo 12 mesi di sperimentazione gli effetti di questo cambiamento saranno confrontati con un gruppo di controllo. Gli esperti useranno la risonanza magnetica e il test Expanded Disability Status Scale (EDSS). Un altro gruppo, infine, intraprenderà una dieta personalizzata. Sarà priva di alcuni alimenti responsabili di reazioni immunitarie anomale, come i derivati del latte e il glutine. Anche in questo caso i ricercatori valuteranno l’impatto del regime alimentare sulla risposta alla terapia e sull’andamento della malattia in generale.

Ridurre le calorie aiuta con la sclerosi multipla: il commento del prof. Giuseppe Matarese

Alimentazione, sistema immunitario e sclerosi multipla. Di questa correlazione parla, ai nostri microfoni, Giuseppe Matarese, Professore di Patologia generale e immunologia del Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche (DMMBM) all’Università degli Studi di Napoli Federico II.

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