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Ictus: stimolare il cervello per “risvegliare” il braccio paralizzato

La tecnica non invasiva è stata sperimentata con successo su una trentina di pazienti con disabilità motoria: servono però nuovi studi prima che possa essere usata nella riabilitazione

Stimolare il cervello con una tecnica  del tutto indolore e non invasiva potrebbe “risvegliare” gli arti paralizzati dall’ictus: è quanto sembrano indicare i primi risultati di una sperimentazione pionieristica condotta su 30 pazienti presso il Georgetown University Medical Center di Washington.

 

I dati preliminari, presentati al congresso della Società americana di neuroscienze a Chicago, accendono dunque nuove speranze per tutte quelle persone reduci da un ictus che si trovano ad affrontare una lunga riabilitazione motoria per riacquistare autonomia migliorando la propria qualità di vita.

Gruppo San Donato

 

La tecnica di stimolazione sperimentata consiste nell’applicare sulla testa del paziente un macchinario che genera campi magnetici diretti verso la parte sana del cervello che non è stata colpita dall’ictus. Questo sembra poter
migliorare la mobilità del braccio: i ricercatori ipotizzano che stimolazioni ripetute potrebbero perfino “insegnare” ai neuroni sani come comandare l’arto paralizzato che prima dell’ictus veniva invece controllato dall’altro emisfero cerebrale.

 

Ad oggi, la stimolazione magnetica transcranica (TMS) è approvata dall’organo regolatorio statunitense FDA unicamente per la cura della depressione resistente ai farmaci, ma è in uso sperimentale anche per tantissime altre patologie neurologiche.

 

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