Ansia e StressSalute Mentale

Controlli sempre di aver chiuso la porta? Potrebbe essere un disturbo d’ansia

Non è raro avere paura di aver lasciato qualcosa di aperto o acceso nella propria abitazione. Quando diventa un ossessione, però, bisogna approfondire

Avrò spento i fornelli? Avrò chiuso la finestra? E la porta di casa? Se vi ponete queste domande quando uscite di casa, le possibilità sono due: o per una volta siete stati semplicemente un po’ sbadati (la tecnologia sempre più invadente e la fretta tipici della società odierna abbassano di molto la nostra concentrazione) e i giorni successivi sarete più attenti, oppure, se ve lo chiedete spesso e controllate ripetutamente di aver chiuso casa nel modo corretto, potreste soffrire di un disturbo d’ansia. A dirlo sono gli scienziati canadesi della Concordia University di Montreal, che hanno condotto uno studio sul tema.

Un disturbo mentale

Secondo i ricercatori (i risultati sono stati pubblicati recentemente sul Journal of Obsessive-Compulsive and Related Disorders), questo comportamento può essere la manifestazione di un disturbo ossessivo-compulsivo e rappresenterebbe la paura di perdere il controllo. Forme medie e gravi di DOC, che è un disturbo mentale caratterizzato da idee, immagini e impulsi ricorrenti che creano allarme, ansia e paura, interessano circa il 2% della popolazione.

Gruppo San Donato

Il campione e il metodo

Gli studiosi hanno coinvolto 133 studenti universitari a cui, ai fini della ricerca, sono state date in maniera casuale delle informazioni false su situazioni in cui erano a basso o alto rischio di perdere il controllo. Dopo aver convinto questi studenti di avere – o meno – il controllo totale dei loro pensieri e azioni, gli scienziati gli hanno chiesto di svolgere un lavoro al computer, che prevedeva di controllare il ritmo di alcune immagini. Gli studenti, in pratica, dovevano far scomparire le immagini prima che si dissolvessero da sole nello schermo utilizzando varie combinazioni di tasti e poi premendo la barra dello spazio per confermare il comando. Ciò che gli studenti non sapevano è che, in realtà, non avevano alcun controllo sulle immagini: queste erano programmate per fluttuare dentro e fuori dallo schermo a un ritmo specifico e predefinito.

Risultati 

Gli scienziati hannoscoperto che gli studenti convinti di avere un rischio maggiore di perdere il controllo delle proprie azioni, erano più meticolosi nel cercare combinazioni di tasti e mantenere il ritmo delle immagini rispetto ai partecipanti a cui era stato detto che avrebbero mantenuto il controllo. «Se i sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo (che nessuno dei partecipanti allo studio aveva, ndr) iniziano a manifestarsi anche solo facendo credere alle persone che potrebbero perdere il controllo, allora questo dice tanto sui comportamenti che potrebbe adottare chi soffre davvero della patologia» conviene Adam Radomsky.

Il valore dei risultati 

Gli scienziati sperano che i risultati consentano di trovare modi migliori per trattare il DOC e altri disturbi d’ansia. Secondo i ricercatori, infatti, sapere che alla base di un comportamento di controllo eccessivo sta la preoccupazione di perdere il controllo sulla situazione, potrebbe aprire la strada a una terapia cognitivo-comportamentale più appropriata per il trattamento di una serie di disturbi d’ansia. «Quando trattiamo il disturbo ossessivo-compulsivo in clinica – conclude Radomsky – possiamo provare a ridurre le convinzioni dei pazienti sulla loro possibilità di perdere il controllo e questo potrebbe ridurre i loro sintomi».

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