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WhatsApp, likemania, sexting e selfie: quando diventano malattie

Dai social network alle app, passando per gli sms su WhastApp: gli adolescenti sviluppano delle vere e proprie dipendenze nei confronti della tecnologia

Dipendenza da internet: parole d’ordine disconnettersi. La dipendenza da chat e social network sta diventando un problema molto serio per tutti, ma soprattutto per i giovanissimi. È per questo che sabato 22 maggio è stata organizzata la (Dis)connected Challenge, per una connessione offline con se stessi e gli altri.

La cronaca ha spesso parlato negli ultimi tempi di sfide telematiche nelle quali si sono avventurati molti ragazzi.  In alcuni casi gli esiti sono stati drammatici.

Gruppo San Donato

Dipendenza da internet: il pericolo dell’iperconnessione

Cliccano, postano, scrollano, whatsappano e si loggano: gli adolescenti italiani sono sempre più un (cyber) popolo di iperconessi e smanettoni, che a lungo andare sviluppano una vera e propria dipendenza nei confronti della tecnologia.

Occhi puntati sullo smartphone

A dirlo è uno studio condotto dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza su 8000 ragazzi a partire dagli 11 anni d’età: circa 5 su 10 dichiarano di trascorrere dalle 3 alle 6 ore extrascolastiche con lo smartphone in mano, il 16% dalle 7 alle 10 ore, mentre il 10% supera abbondantemente la soglia delle 10 ore. I teenager, insomma, trascorrono gran parte della loro giornata con gli occhi puntati sullo schermo del telefonino, in attesa di ricevere sms, chattare con gli amici, condividere selfie e fare un “like” alla foto di qualcuno. In realtà ora la maggior parte dei dispositivi ha un sistema che spiega quanto ore si stanno passando online e su quali applicazioni. Toccherebbe ai genitori vigilare, in modo da impedire che la situazione possa degenerare, come sta succedendo in diversi casi.

Dipendenza da internet e da social network

Dalla ricerca è emerso che la vera “droga” virtuale sono i social network: il 95% degli adolescenti ha almeno un profilo personale, contro il 77% dei preadolescenti. Il primo è stato aperto intorno ai 12 anni e la maggior parte di loro arriva a gestire in parallelo 5-6 “identità”, insieme a 2-3 app di messaggistica istantanea. I social network e le applicazioni più gettonati? Tik Tok(69%), Instagram (67%), YouTube (66%), Snapchat (47%), Ask (22%), Facebook (20%), Twitter (16%) e Tumblr (15%). Non ci sono solo le ore che si passano online, ma anche quelle in cui si preparano i contenuti acchiappa like per questi social network.

Dipendenza da internet: i rischi della Rete

Il fatto che i nostri giovani siano onnipresenti nella Rete, anche attraverso profili falsi, aumenta i rischi: ciò da un lato favorisce comportamenti come il sexting, il cyberbullismo e la diffusione di materiale privato nel web e dall’altro risultano facili prede del grooming, cioè l’adescamento di minori online.

Lo studio, inoltre, mette in guardia mamme e papà sui pericoli che si nascondono in internet, portando alla luce le nuove patologie che colpiscono i teenager troppo esposti alla tecnologia.

Dipendenza da WhatsApp

Lo studio dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza sottolinea che i ragazzi tra i 14 e i 19 anni trascorrono la maggior parte del loro tempo sulle chat, tanto che 6 adolescenti su 10 dichiarano di non poter più fare a meno di WhatsApp.

Quest’ultima si conferma dunque essere l’app di messaggistica più amata dai giovani visto che il 99% di loro la utilizza quotidianamente. I ragazzi la utilizzano anche per scambiarsi i compiti di scuola (93%) attraverso gruppi creati ad hoc e per chattare in modo compulsivo (70%). Stanno prendendo sempre più piede anche altre piattaforme di messaggistica come Telegram e Viber. Le dinamiche sono le stesse, come i pericoli.

Vamping

Un po’ come dei vampiri che agiscono di notte, così gli adolescenti italiani trascorrono molte ore notturne sui social media, alimentando così il fenomeno del “vamping”. Sei adolescenti su 10, infatti, dichiarano di rimanere spesso svegli fino all’alba per chattare, parlare e giocare con gli amici o con la/il fidanzata/o, rispetto ai 4 su 10 nella fascia dei preadolescenti. Gli esperti hanno spesso sottolineato come due ore prima di andare a dormire non bisogna passare più tempo sui dispositivi elettronici.

Quella per lo smartphone è una vera e propria ossessione, tanto che il 15% dei giovani si sveglia quasi tutte le notti per leggere le notifiche e i messaggi. Questi comportamenti vanno ad influenzare negativamente sulla qualità e la quantità del sonno, con conseguenze nocive per l’organismo: a risentirne sono soprattutto la concentrazione l’attenzione.

Dipendenza da internet: likemania e followermania

Ricevere un “like” a un post o a una foto, significa accrescere la propria autostima e guadagnare popolarità. Per oltre 3 adolescenti su 10 funziona così: tanti “mi piace” e tante approvazioni fanno bene all’umore e aumentano la sicurezza personale.

Ovviamente, vale anche il contrario, cioè commenti dispregiativi e poche interazioni condizionano lo stato psicologico in negativo, tanto che il 34% ci rimane molto male e si arrabbia quando non si sente apprezzato. C’è anche un vero e proprio boom di adolescenti che chiede ai propri genitori la possibilità di ricorrere alla chirurgia estetica per assomigliare sempre più alla versione di sé stessi con i filtri.

Nomofobia

Rimanere senza connessione internet o scoprire che lo smartphone è scarico? Un incubo per gli adolescenti del nostro Paese! Quasi 8 adolescenti su 10 hanno paura che si scarichi il cellulare o che non abbia campo quando sono fuori casa. Tale condizione, nel 46% dei casi genera ansia, rabbia e fastidio. Si tratta della Nomofobia, da No-mobile-phone, l’eccessiva paura di rimanere “isolati” e fuori dal mondo. Alcuni adolescenti in vacanza rinunciano ad andare in spiaggia o a fare escursioni per la paura che il proprio smarphone possa trovarsi in una zona senza campo.

Dipendenza da internet: selfie ad ogni costo

Selfie, selfie e ancora selfie. I teenager sentono un irrefrenabile bisogno di mettersi in vetrina, tanto che tra i 14 e i 19 anni mediamente fanno circa 5 autoscatti al giorno, con punte massime di 100. Circa 2 adolescenti su 10 condividono tutti i selfie che fanno sui social network e su WhatsApp, andando a ledere completamente il concetto di privacy e di intimità.

Il dato più grave e allarmante è che circa 1 adolescente su 10 fa selfie pericolosi in cui mette anche a repentaglio la propria vita e oltre il 12% è stato sfidato a fare un selfie estremo per dimostrare il proprio coraggio. Sono decine gli adolescenti che ogni anno arrivano persino a perdere la vita per poter scattare un selfie particolarmente avventuroso.

Challenge

Un tempo c’erano le innocue catene di S. Antonio, oggi a spopolare sono i Challenge o sfide social. Si tratta di una pratica diffusa tra i più giovani che consiste nel pubblicare un video o un’immagine sui social network, per poi nominare altre persone a fare altrettanto.

Il problema? Circa 1 adolescente su 10 ha preso parte a una catena alcolica, con lo scopo di bere ingenti quantità di alcol in pochissimo tempo e nei luoghi, altri hanno fatto selfie mentre vomitavano o in condizioni vicine all’intossicazione alcolica.

A queste si aggiungono le mode in cui il corpo e la magrezza hanno un ruolo centrale, alle quali aderiscono 5 ragazze su 100: le tendenze più conosciute sono il Thigh Gap (arco tra le gambe), Bikini Bridge (ponte nel costume da bagno sulla pancia), Belly Slot (fessura nella pancia) e Belly Button (far girare il braccio dietro la schiena fino a toccarsi l’ombelico).

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