Salute

Ipertiroidismo: cause, sintomi e terapie

Nell'ipertiroidismo la tiroide produce troppi ormoni: come affrontare questa patologia? L'esperto di OK Alfredo Pontecorvi spiega cause, sintomi, diagnosi, terapie e in quali casi è necessaria la tiroidectomia

L’ipertiroidismo è una patologia causata da un’alterata funzione della ghiandola tiroidea che produce una quantità eccessiva di ormoni tiroidei. Come tutte le patologie tiroidee colpisce prevalentemente le donne. Il Focus sull’ipertiroidismo è a cura di Alfredo Pontecorvi. È direttore della cattedra di endocrinologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico Gemelli di Roma (puoi chiedergli un consulto qui).

Cause dell’ipertiroidismo

La più frequente, specie nelle donne giovani, è la malattia di Graves-Basedow. È una patologia autoimmune in cui il sistema immunitario produce degli auto-anticorpi che stimolano le cellule tiroidee a sintetizzare e secernere una maggiore quantità di ormoni tiroidei. Spesso si associa a una patologia dell’orbita, che provoca alterazioni oculari come l’esoftalmo (una protrusione del bulbo oculare che rende l’occhio sporgente), la mobilità difettosa per cui si vede doppio ma anche alterazioni del nervo ottico.

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La malattia ricorre sovente anche in altri membri della famiglia insieme alla tiroidite di Hashimoto, che, al contrario, causa l’ipotiroidismo. Un’altra causa è rappresentata dall’adenoma di Plummer, un nodulo tiroideo benigno e iperfunzionante (detto anche nodulo caldo), causato da una mutazione genetica delle sue cellule che le fa funzionare di più.

Un’altra forma è quella del gozzo multinodulare tossico. Il gozzo, originato da una carenza di iodio, col tempo sviluppa un’autonomia funzionale in alcune sue cellule che daranno poi origine a noduli iperfunzionanti. Per questo colpisce prevalentemente gli anziani. Nel 5-8% delle partorienti si può verificare la tiroidite del post-partum che può presentare una fase iniziale di ipertiroidismo seguita da una fase di ipotiroidismo che possono rappresentare una concausa della famosa depressione del post-partum, quella raccontata da Vittoria Belvedere.

Sintomi dell’ipertiroidismo

Sono molteplici e spesso in contrasto tra loro:

  • grande appetito ma forte e repentina perdita di peso,
  • iperattività ma debolezza muscolare,
  • tremori,
  • sudorazione,
  • tachicardia,
  • instabilità emotiva.
  • Fisicamente, sporgenza dei bulbi oculari e gozzo.

Diagnosi

Si effettua nel caso in cui si rilevino un aumento nel sangue degli ormoni tiroidei T4 (tiroxina) e T3 (triiodotironina) e una diminuzione dell’ormone tireostimolante TSH. L’ecografia rileva l’eventuale presenza di noduli o un aspetto altamente disomogeneo e vascolarizzato tipico della forma autoimmune. La scintigrafia rivela se è l’intera tiroide a funzionare troppo o se il problema è generato dalla presenza di noduli caldi iperfunzionanti.

Terapie

In genere si inizia con la terapia medica, mediante l’uso di farmaci antitiroidei che bloccano la sintesi e la secrezione degli ormoni tiroidei. Specie all’inizio si possono associare farmaci betabloccanti per controllare la tachicardia. Se alla sospensione della terapia medica si verifica una recidiva dell’ipertiroidismo, soprattutto se ripetuta, è preferibile optare per una soluzione definitiva. La terapia chirurgica, che consiste nell’asportazione di tutta la tiroide (tiroidectomia totale) o solo della porzione in cui è presente il nodulo caldo (emitiroidectomia), o la terapia radiometabolica. Consiste nell’assumere per via orale una elevata quantità di iodio radioattivo che, concentrato all’interno delle cellule tiroidee iperfunzionanti, distrugge il nodulo o l’intera ghiandola. La scelta della terapia più idonea può essere effettuata in base a diversi fattori come l’età, lo stato di salute, la presenza di altri noduli sospetti.

In gravidanza

Come tutte le malattie autoimmuni la malattia di Graves-Basedow migliora durante la gravidanza, per poi riaggravarsi subito dopo. È fondamentale:

  • il conseguimento di una normale funzione tiroidea sia per l’andamento della gravidanza che per lo sviluppo fetale;
  • alterazioni della funzione tiroidea in gravidanza possono infatti provocare un aumento di aborti spontanei, parti prematuri, mortalità perinatale e causare ritardo nella crescita e nello sviluppo mentale del nascituro. Per questo, in una donna desiderosa di gravidanza, è meglio ricorrere a una terapia definitiva, proprio come ha fatto l’attrice.

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