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Tumori: come cambierà la mortalità nel 2017?

Da uno studio dell'epidemiologo La Vecchia emerge una continua e favorevole diminuzione della mortalità per la maggior parte dei tumori, eccezion fatta per quello del polmone e del pancreas in aumento tra le donne

Un’Azalea per la mamma… E per la ricerca. Domenica 14 maggio l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) scende nelle piazze italiane per sostenere la ricerca scientifica nel campo dei tumori femminili: con una donazione di 15 euro non solo sarà possibile festeggiare la propria mamma ma anche contribuire direttamente al finanziamento di importanti progetti. Per maggiori informazioni, cliccate qui.

«Negli ultimi trent’anni la ricerca è stata fondamentale in ambito oncologico perché i nuovi trattamenti farmacologici, radioterapici e chirurgici messi a punto nel corso del tempo hanno sostanzialmente permesso una diminuzione della mortalità per tumori anche nel nostro Paese» conferma Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’Università degli Studi di Milano. «Anche le linee guida della prevenzione, che nascono in seno alla ricerca e riguardano principalmente l’alimentazione e gli stili di vita, hanno fatto sì che negli anni migliorassero le diagnosi». Ma come cambieranno i tassi di mortalità per cancro nel 2017?

Gruppo San Donato

Lo studio

Da uno studio internazionale, coordinato proprio dal professor La Vecchia e pubblicato su Annals of Oncology, emerge una continua e favorevole diminuzione della mortalità per la maggior parte dei tumori. «In particolare, abbiamo stimato che per l’anno corrente avremo una riduzione di circa l’8% della mortalità per cancro negli uomini e del 3,5% nelle donne rispetto al 2012» spiega l’epidemiologo. Questa differenza tra sesso maschile e sesso femminile riflette sostanzialmente i diversi andamenti di mortalità per tumore del polmone le abitudini legate al fumo di entrambi i generi.

Tumore al polmone

«Prevediamo che in Europa, rispetto a cinque anni fa, i tassi di mortalità per il tumore al polmone aumenteranno di circa il 5% nelle donne mentre nel sesso maschile si abbasseranno addirittura dell’11%» chiarisce La Vecchia. «In questo caso il fumo ha giocato un ruolo chiave e ha determinato l’attuale disparità: gli uomini che oggi hanno dai 50 ai 70 anni circa, infatti, non solo hanno iniziato a fumare prima rispetto alle loro coetanee ma hanno anche smesso presto. Ciò ha portato a un miglioramento anticipato per l’uomo per quanto riguarda la mortalità per cancro al polmone, che si riflette nei dati recenti. Le donne, invece, hanno iniziato a fumare intensamente più tardi, specialmente per motivi sociali, e quindi i tassi di mortalità attuali sono ancora allarmanti» spiega nel dettaglio il professore.

Tumore al pancreas

Un altro tumore che non mostra segni di miglioramento è quello al pancreas, tanto che si stima che nella popolazione femminile i decessi aumenteranno: mentre infatti negli uomini il tasso di mortalità risulta stabile, nelle donne salirà del 3,5%. «Oltre al fatto che ci sono stati pochi progressi nel trattamento di questa neoplasia, bisogna dire che il fumo e l’aumento di sovrappeso, obesità e diabete sono fattori di rischio che impattano negativamente sull’insorgenza di questa neoplasia» ricorda La Vecchia.

Tumore al colon-retto

Rispetto al 2012, il tumore del colon-retto ha subito un netto miglioramento: i tassi di mortalità si sono abbassati del 5,3% negli uomini e del 6,7% nelle donne. «Ciò è dovuto principalmente alla colonscopia, un importantissimo strumento di screening oncologico che permette di togliere tempestivamente le regioni precancerose, gli adenomi e i polipi, riducendo incidenza e mortalità» continua l’epidemiologo. Per scoprire quando bisogna fare la colonscopia, cliccate qui.

Tumore alla mammella

In Italia il cancro alla mammella causa circa 10.000 decessi all’anno ma sebbene sia ancora il primo tumore nella donna la diminuzione della mortalità negli ultimi 30 anni è stata di circa un terzo. «Ciò è dovuto a un significativo contributo della diagnosi precoce, resa possibile dalla mammografia specialmente tra i 50 e i 60 anni, ma soprattutto ai continui miglioramenti delle terapie, a cominciare dal CMF (combinazione di ciclofosfamide, methotrexate e fluorouracile) nel trattamento postoperatorio adiuvante nei carcinomi mammari, passando per la terapia ormonali con anti-estrogeni, gli inibitori dell’aromatasi fino ai farmaci antitumorali come il Trastuzumab» puntualizza La Vecchia.

Qualche altro dato

«Anche i tassi di mortalità per tumore alla prostata diminuiscono di quasi il 7% e ciò è dovuto a un miglior approccio terapeutico. Tuttavia, sull’incidenza di questo carcinoma si può fare ben poco perché, contrariamente alle altre neoplasie, non ne conosciamo le cause. Abbiamo inoltre diminuzioni considerevoli di decessi per tumore allo stomaco, fondamentalmente per un maggior controllo del batterio Helicobacter pylori e di migliorate abitudini alimentari, per tumore al collo dell’utero, grazie a Pap test e HPV test, per tumore al fegato, perché si beve molto meno e la frequenza di epatite B e c è diminuita nelle giovani generazioni, e anche per le leucemie» conferma il professore.

I messaggi chiave

«Dai dati che abbiamo a disposizione possiamo essere moderatamente ottimisti per il futuro perché si fa diagnosi prima, ci si cura meglio e si guarisce sempre di più, tanto che rispetto a trent’anni fa si muore meno per tumore» conclude La Vecchia.

Chiara Caretoni

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