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Sclerosi multipla: un videogame per fare riabilitazione

L'esercizio fisico non è sempre eseguito con costanza. Una console che unisce il gioco al pilates aumenterà l'aderenza alla terapia raccomandata dai medici?

Nelle persone con sclerosi multipla l’esercizio fisico non solo allevia i sintomi, ma è anche in grado di proteggere il sistema nervoso, rallentando la progressione della malattia. Lo dimostrano studi scientifici, tra i più recenti uno danese pubblicato su Multiple Sclerosis Journal, e lo sanno tutti i medici, che inseriscono la riabilitazione e l’attività fisica adattata in ogni percorso terapeutico.

Dopo la diagnosi, molti smettono di muoversi

Il problema è che, spesso, l’aderenza all’esercizio fisico è bassa (meno del 10% segue le indicazioni del medico). Molte persone si “rinchiudono” dopo la diagnosi, che in media avviene tra i 20 e i 40 anni. La conseguenza è un peggioramento dei sintomi e della qualità di vita. Ma «l’allenamento e l’esercizio sono tanto più efficaci quanto più vengono praticati precocemente» spiega Letizia Leocani, medico specialista in Neurologia IRCCS-Ospedale San Raffaele di Milano. «L’esercizio aerobico non solo aiuta a mantenere e rinforzare le sinapsi del cervello, ma anche a crearne di nuove».

Gruppo San Donato

Il videogame serio

Per cercare di aumentare il movimento nelle persone con sclerosi multipla è nato MS FIT, un”videogame serio” che unisce intrattenimento ed esercizio fisico (adattandosi alle esigenze di ognuno). Come mostrato nel video, il giocatore viene guidato da un avatar in vari esercizi di pilates che intervengono principalmente su postura, equilibrio e respirazione.

Lo studio per testare MS FIT

Per capire se effettivamente le persone con sclerosi multipla seguiranno con più costanza gli esercizi fisici raccomandati dal proprio medico grazie a MS FIT e se questo migliorerà la loro qualità di vita, è in partenza uno studio che coinvolgerà più di 10 centri di eccelenza italiani e più di 100 persone con sclerosi multipla. Giampaolo Brichetto, coordinatore ricerca in Riabilitazione FISM-AISM, ne è convinto: «l’utilizzo delle tecnologie ha modificato l’approccio alla riabilitazione, perché permettono di far eseguire attività con un sempre maggiore coinvolgimento».

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