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Hai avuto un infarto? Riabilita il cuore con il Tai Chi

Questa disciplina è una promettente alternativa di esercizio fisico, molto gradita a chi non fa sport e rifiuta la riabilitazione cardiaca

Sembra proprio che il Tai Chi sia un toccasana per riprendersi da una malattia grave e per mantenere il proprio corpo in salute. Dopo lo studio californiano che aveva confermato il suo ruolo positivo nella riabilitazione fisica dopo un tumore e quello cinese che lo consigliava per tenere sotto controllo la pressione alta, una ricerca della Warren Alpert School of Medicine della Brown University rivela le sue potenzialità nella riabilitazione del cuore dopo un infarto.

Tai Chi come alternativa

Secondo quanto emerso dallo studio americano, pubblicato sul Journal of the American Heart Association, i movimenti lenti e gentili del Tai Chi rendono la disciplina una promettente alternativa di esercizio per i pazienti che hanno avuto un infarto e che rifiutano la riabilitazione per il cuore (accade nel 60% dei casi).

Gruppo San Donato

Lo studio

Durante lo studio, gli studiosi hanno preso in esame 29 persone, di cui 8 donne e 21 uomini di un’età media di 67 anni, con problemi cardiaci, ma non attive fisicamente. Nonostante la maggioranza avesse avuto un infarto o avesse subito una procedura di sblocco di un’arteria, l’intero campione avevano rifiutato la riabilitazione cardiaca e continuava ad adottare comportamenti a rischio, come fumare o seguire un’alimentazione ricca di colesterolo.

Stimola più attività fisica

All’interno del campione sono stati sperimentati due programmi di Tai Chi: uno più corto
e uno più lungo. Dai risultati, è emerso che la disciplina era sicura e senza effetti collaterali particolari sul cuore, oltre che risultare gradita ai partecipanti (il 100% l’avrebbe raccomandata a un amico). Nelle persone che avevano seguito il programma nella versione più lunga, inoltre, il Tai Chi stimolava anche un aumento dell’attività fisica settimanale, da moderata a frequente. «Da solo il Tai Chi non può sostituire altri componenti della riabilitazione cardiaca tradizionale, come l’informazione sui
fattori di rischio, la dieta e l’aderenza alla terapia – evidenzia Elena Salmoirago-Blotcher, autrice principale della ricerca – ma se si dimostrerà efficace in studi più ampi, il Tai Chi potrebbe essere offerto come soluzione ponte verso un esercizio più faticoso all’interno di un centro di riabilitazione».

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