Salute

Discopatie e lombalgia, ecco i metodi per affrontarle

La discopatia, che a volte chiamiamo schiacciamento delle vertebre o sciatica, è una delle principali cause del mal di schiena. L'esperto di OK Mario Di Silvestre spiega come affrontare questo problema che provoca un intenso dolore.

Discopatie e lombalgia rappresentano le principali cause del mal di schiena. Il dolore in genere è forte e condiziona in modo significativo la qualità della vita. Si pensa che sia una delle principali ragioni di assenza dal luogo di lavoro per malattia. Bisogna stare particolarmente attenti al mal di schiena, perché si può cadere nella spirale degli antidolorifici. Qualsiasi terapia deve essere prescritta da un medico. Prevenire il mal di schiena è quindi la cosa giusta da fare, come controllare il proprio peso corporeo e facendo una giusta dose di attività fisica regolare e moderata.

Discopatie e lombalgia: di cosa si tratta?

La discopatia è un’alterazione del disco intervertebrale (posizionato tra due vertebre), che normalmente funge da ammortizzatore. Permette di flettere ed estendere la colonna vertebrale. Quando il disco va incontro a fenomeni degenerativi, inizia a indebolirsi e consumarsi, perdendo spessore e funzionalità. Il fenomeno è facilmente visibile anche sulle radiografie perché si riduce sensibilmente lo spazio tra le due vertebre. Per questo spesso si parla erroneamente di «schiacciamento delle vertebre». In realtà a schiacciarsi è il disco, ed è questo che provoca il dolore. Nei casi di discopatia lombare a essere maggiormente colpito è l’L5 S1. Si tratta dell’ultimo disco della colonna vertebrale, perché è quello che ne regge l’intero carico.

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Cause della discopatia

La degenerazione del disco è un fenomeno fisiologico. Può però avere inizio precocemente e progredire rapidamente in soggetti con una predisposizione genetica. Ma può anche essere accelerata da sforzi e microtraumi ripetuti. È il caso di chi solleva pesi frequentemente per lavoro, o di chi pratica particolari e intense attività sportive a livello agonistico, come la ginnastica artistica o il sollevamento pesi. Condotta in modo amatoriale, invece, l’attività fisica è molto utile, perché aiuta a mantenere elastica la struttura della colonna e a prevenire il sovrappeso, altro fattore peggiorativo della discopatia lombare.

Discopatie e lombalgia: quali sono i sintomi?

La discopatia lombare determina dolore, ossia è causa di lombalgia. Quando il dolore si irradia dalla colonna lombare alla gamba si trasforma in una lombosciatalgia (anche detta sciatica). Ciò è dovuto al fatto che il disco, schiacciandosi, finisce per irritare prima e comprimere successivamente, le vicine radici nervose.

La diagnosi 

Viene effettuata inizialmente attraverso una radiografia in piedi. Se il disco appare ridotto in altezza si è in presenza di discopatia. L’analisi va poi approfondita con una risonanza magnetica, che rivela lo stato preciso della patologia.

Discopatie e lombalgie: quali sono le terapie?

In caso di attacco lombalgico acuto è importante soprattutto qualche giorno di riposo, per non sollecitare ulteriormente la colonna lombare. Inoltre vanno assunti farmaci miorilassanti e antidolorifici. Il cortisone è consigliabile solo in caso di dolore più intenso e quando la lombalgia si è trasformata in sciatica. Superata la fase acuta, è necessaria una fisioterapia mirata, meglio se praticata in acqua, per ridurre la contrattura dolorosa dei muscoli addominali e paravertebrali. Da evitare l’uso prolungato di busti e fasce elastiche, che finiscono per avere un effetto negativo sul tono muscolare. Con questi accorgimenti, dopo alcuni giorni in genere si torna alla normalità.

Discopatie e lombalgia: l’intervento chirurgico

Quando il mal di schiena si manifesta con sempre maggiore frequenza, con episodi acuti sempre più invalidanti (fino a limitare fortemente il normale svolgimento della vita quotidiana), l’unica soluzione è sottoporsi all’intervento chirurgico. Sono possibili soluzioni diverse:

Artroprotesi di disco

Si effettua quando la discopatia non è ancora grave e in soggetti sotto i 40-45 anni. Il disco degenerato viene rimosso e sostituito da una protesi che riproduce la sua funzione, in modo da ripristinarne la mobilità perduta. L’artroprotesi viene impiantata in anestesia generale intervenendo dall’addome, il giorno dopo si è in grado di alzarsi ma la degenza ospedaliera dura qualche giorno. Dopo circa un mese si torna alla vita quotidiana.

Sintesi dinamica

Vi si fa ricorso in alternativa all’artroprotesi di disco. Consente di mantenere un limitato grado di movimento. È una scelta del chirurgo, perché può essere eseguita con un approccio posteriore. L’anestesia è generale e i tempi di recupero sono sovrapponibili a quelli della artroprotesi di disco.

Sintesi rigida

Si effettua quando il disco è ormai severamente consumato. Si fa ricorso quindi alla sua fissazione per impedire che il movimento residuo, sia pur limitato, continui a provocare dolore. È in anestesia totale con un approccio posteriore. Ci si alza il giorno dopo e si resta in ospedale qualche giorno. È più doloroso rispetto alle altre due procedure, ma soltanto nei primi giorni.

Ogni intervento dovrebbe essere preceduto e seguito da 2-3 mesi di terapia riabilitativa in acqua o di nuoto, allo scopo sia di preparare il fisico all’operazione, sia di ristabilirlo nei modi e tempi migliori.

Mario Di Silvestre, chirurgo vertebrale e primario dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure

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