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Diabete: rischia la vita per paura degli aghi, paziente salvata dal trapianto di pancreas

In Gran Bretagna il primo caso al mondo, per aiutare una signora che non riusciva più a misurare la glicemia e a iniettarsi l'insulina

Troppi aghi. Troppe punture da autoinfliggersi ogni giorno per monitorare la glicemia e per iniettarsi l’insulina. Sue York, 55enne britannica malata di diabete fin dall’infanzia, non ce la faceva più. Il fastidio era diventato ormai una fobia: ogni volta che scattava l’ora della punturina, Sue inziava a tremare violentemente e a vomitare. Per riuscire a farsi un’iniezione arrivava a impiegare fino a 20 minuti. Aveva perfino deciso di non guidare più l’auto, pur di non doversi bucare prima di mettersi al volante e ogni due ore durante la guida, così come imposto dalla nuova normativa del codice della strada entrata in vigore nel 2012. Nulla sembrava funzionare: neppure l’ipnosi e la terapia cognitivo-comportamentale hanno potuto aiutarla contro questa “malattia nella malattia”. E così Sue è finita in lista per un trapianto di pancreas. Due anni di attesa, ripetuti esami per valutare la sua idoneità all’intervento, e infine la svolta.

Il trapianto «ha completamente cambiato la mia vita», ha affermato la paziente durante un’intervista alla Bbc, dicendo di sentirsi « incredibilmente bene e piena di energia».

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«Non devo più combattere per salire una rampa di scale, non rimango senza fiato se cammino nel vento. La mia pelle non è più giallognola o grigiastra. Non sembro perennemente esausta», ha raccontato alle telecamere. «Ho dovuto perfino cambiare gli occhiali, perché la mia vista è migliorata, e ho recuperato la sensibilità in alcune zone dei piedi».

Anche i medici confermano il suo miglioramento, sottolineando che la sua aspettativa di vita dopo l’intervento è raddoppiata. «E’ stata una decisione molto difficile da prendere – spiega il chirurgo Ramann Dhanda – perché il suo caso è evidentemente eccezionale». Ma secondo la donna, la sua vicenda potrà dare speranza ai tanti diabetici che dopo anni e anni di cure si trovano ad affrontare il suo stesso problema.

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