Salute

Acufene (o tinnitus): cause, sintomi, diagnosi e cure di questi suoni fantasmi

Gli acufeni sono un disturbo caratterizzato dalla percezione di suoni non legati a stimoli esterni: ecco come affrontare fischi e fruscii nell'orecchio

L’acufene, o tinnitus, non è una malattia o una patologia, ma un disturbo caratterizzato dalla percezione di suoni non legati a stimoli esterni. L’acufene è un sintomo frequente: il 20% della popolazione generale ne ha esperienza. Per il 5% per cento costituisce disabilità e nell’1-2% determina un handicap con forti ripercussioni sulla qualità della vita.

Acufene: le cause

Gli acufeni vanno intesi come la percezione da parte del cervello di stimoli acustici endogeni, cioè non provenienti dall’esterno. Questa percezione è dovuta principalmente a una o più delle seguenti cause:

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• Deficit uditivi

L’acufene può essere il sintomo di processi patologici a carico dell’orecchio, provocati da:

  1. irritazioni,
  2. traumi. Spesso i musicisti e i cantanti soffrono di acufene. Ce ne sono alcuni molto famosi,
  3. fattori genetici,
  4. processi degenerativi legati all’età,
  5. l’utilizzo di farmaci ototossici che possono colpire l’orecchio interno sia nella sua porzione uditiva, sia in quella vestibolare. Anche altri farmaci, come gli antidepressivi, possono dare origine ad acufeni. Nel caso dell’attore Massimo Boldi a causare l’acufene è stato un farmaco contro la tubercolosi.

I deficit uditivi rappresentano la causa principale dell’insorgenza degli acufeni.

• Fattori psicologici

Alcune situazioni particolarmente stressanti possono portare all’insorgenza dell’acufene. Inoltre, come in un circolo vizioso, l’acufene può peggiorare a sua volta lo stato psicologico di chi ne soffre.

• Origini somatiche

Apparentemente non hanno nulla a che vedere con l’udito. Consentono però di percepire rumori prodotti in altri distretti come all’interno di un vaso sanguigno, delle articolazioni temporomandibolari o di una struttura muscolare.

Recentemente si è scoperto che alterazioni cranio-cervicali e temporo-mandibolari possono dare origine ad acufeni. Questo avviene perché generano stimoli elettrofisiologici che si trasmettono alle vie nervose uditive: vengono definiti «somatosensoriali».

• Altre cause

È infine possibile che l’acufene sia il campanello d’allarme di un tumore encefalico, spesso benigno.

Quali sono i sintomi dell’acufene? 

In chi soffre di acufene, l’orecchio (o entrambe le orecchie) percepisce una varietà di suoni:

  • ronzio,
  • tintinnio,
  • stridore,
  • fischi,
  • fruscio,
  • soffi,
  • sibili,
  • talvolta suoni pulsanti.

La percezione di questi rumori «fantasmi» può essere costante o intermittente, debole o molto forte. Quando l’acufene è pulsante, di solito si tratta di un suono che va in sincrono con il battito cardiaco. Il rumore percepito dall’orecchio affetto da acufene non è percepibile all’esterno. Infatti, soltanto chi ha l’acufene sente questi rumori fastidiosi. Nonostante questo la percezione è reale tanto da poter provocare altri sintomi come

  • mal di testa,
  • stati ansiosi,
  • problemi psicologici dovuti allo stress,
  • disturbi del sonno e della concentrazione.

La diagnosi dell’acufene 

Per prima cosa i pazienti vengono sottoposti a un’accurata indagine uditiva. Il medico specialista audiologo o otorinolaringoiatra presterà particolare attenzione all’esame otoscopico dell’orecchio.

Dopo aver proceduto all’esame di base audiometrico e impedenzometrico e ad alcuni test acufenometrici, effettuerà poi una valutazione del distretto cranio-cervicale e mandibolare. Il medico valuterà se procedere poi ad esami quali:

  1. risonanza magnetica nucleare,
  2. angiorisonanza,
  3. ecocolordoppler dei vasi epiaortici ed eventualmente trans-cranico,
  4. angiografia.

La terapia contro l’acufene

Una volta accertata la causa (o l’insieme di cause) che ha scatenato l’acufene, è possibile passare all’insieme di terapie più adeguate per il tipo di problema. Poiché le cause dell’acufene sono diverse da individuo a individuo, è necessario impostare una terapia specifica e personalizzata per ogni singolo paziente.

È dunque obbligatorio consultare uno o più specialisti per la valutazione della terapia (o del mix di terapie) più indicate per ogni caso. L’obiettivo primario è però quello di rendere sopportabile il disturbo. In generale, ci sono a disposizione numerose tipologie di trattamento, più alcuni rimedi ancora in fase di studio.

• I farmaci

In base ai singoli casi possono essere prescritti farmaci antiossidanti, citoprotettivi che agiscono sulle cellule acustiche. Nelle forme improvvise è previsto anche l’uso di cortisone.

• La TRT

È la cura su cui si punta maggiormente perché sembra essere il trattamento più soddisfacente. La TRT (Tinnitus Retraining Therapy) è una terapia di desensibilizzazione che si basa sull’allenamento dell’apparato uditivo e del cervello, con lo scopo di «abituarli» a sentire i rumori prodotti dalla patologia. Quando l’abitudine a sentire questi suoni subentra alla novità, questi suoni non saranno più percepiti o lo saranno in modo molto meno intenso. Per indurre questa «abitudine» si usa spesso la tecnica dell’arricchimento sonoro. In pratica il paziente viene sottoposto a stimolazioni acustiche di bassissima intensità attraverso generatori sonori (di norma rumore bianco) che, in sottofondo, producono suoni che si mischiano all’acufene. Si tratta di suoni piuttosto gradevoli che permettono una facile e breve abitudine.

• La terapia psicologica

Ove nel paziente con acufeni sia stata individuata una forte componente psicologica o psicopatologica è opportuno che venga gestito, almeno nella fase iniziale, anche dallo specialista psicologo o psichiatra. Infatti sono spesso associati all’acufene stati ansiosi o depressivi e disturbi dell’umore.

• La terapia fisiatrica e gnatologica

Laddove invece si siano individuate componenti somatiche a partenza dal collo, spalle, articolazione temporo-mandibolare, i pazienti devono essere avviati a trattamenti fisiatrici e gnatologici. In tali casi la TRT può essere condotta in parallelo.

Focus di Giancarlo Cianfrone, presidente emerito dell’Associazione italiana per la ricerca sulla sordità

FONTE: Ministero della Salute

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