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Manca sangue negli ospedali, rinviati interventi non urgenti

Il deficit più importante la scorsa settimana. Troppi i donatori che sono stati colpiti dall'influenza. L'idea di offrire loro il vaccino

L’influenza sta rallentando le donazioni di sangue in molte regioni italiane, con punte di oltre 1.300 sacche mancanti che hanno portato a rinviare gli interventi non urgenti in parecchi ospedali.

Per l’Iss bisogna estendere l’offerta del vaccino a chi dona sangue 

I dati sono stati diffusi dal Centro Nazionale Sangue dell’Istituto superiore di Sanità, che al CIVIS, il Coordinamento delle Associazioni nazionali dei donatori di sangue, lancia la proposta di estendere l’offerta del vaccino anche a chi dona.

Gruppo San Donato

Sulla bacheca Sistra, su cui le Regioni formulano le richieste, sono state segnalate carenze tutti i giorni, con il picco il 13 gennaio, quando sono state richieste 1.315 sacche da Puglia, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e Piemonte.

Già il giorno precedente le richieste erano sopra le mille unità, e il 14 sono leggermente arrivate a 1.197.

In questo periodo la mancanza di sangue è “normale”

«Le carenze all’inizio dell’anno, che seguono le eccedenze di raccolta subito prima di Natale, non sono una novità – afferma all’ANSA Giancarlo Maria Liumbruno, direttore del Cns in una nota -. Se da una parte serve una migliore e puntuale programmazione della chiamata dei donatori per effettuare le donazioni da parte delle associazioni e federazioni del volontariato del sangue, il problema dell’epidemia influenzale, che proprio a gennaio-febbraio raggiunge il suo picco, non può essere trascurato. Per questo offrire la vaccinazione anche ai donatori, come già avviene ad esempio in Emilia Romagna, potrebbe contribuire a mitigare il problema».

Estendere il vaccino, ottima idea

L’ipotesi di offrire il vaccino ai donatori convince il presidente dell’Iss, Walter Ricciardi. «I dati raccolti quest’anno parlano di una diffusione dell’influenza superiore a quanto atteso – sottolinea Ricciardi -. L’ipotesi da una parte permetterebbe di aumentare le coperture vaccinali e la consapevolezza dei cittadini sul tema della prevenzione e dall’altra metterebbe in sicurezza una risorsa come il sangue che fa parte dei Livelli Essenziali di Assistenza e che è impossibile erogare senza l’apporto fondamentale dei donatori».

 

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