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Maria Grazia Cucinotta e la nevralgia del trigemino

Come mi sono passate quelle fitte atroci alla faccia

La prima volta avevo appena 11 anni. No, non sto parlando di sesso, ma del mio insopportabile mal di testa, che mi ha tormentato a lungo. Un mal di testa tutto particolare. Si manifestava con un bruciore all’occhio, che poi diventava dolore e si diffondeva ai denti e alla testa, provocandomi anche brividi di freddo, mal di stomaco, nausea, tachicardia e, nei casi più gravi, perdita di coscienza.

Se ai primi sintomi contrastavo gli effetti con una pasticca, riuscivo a contenere i danni: diversamente, l’unica soluzione restava coricarmi al buio totale e addormentarmi. Il giorno seguente, mi sentivo stordita e indolenzita: un disagio enorme, ma irrisorio in confronto a quello provato da mio padre, perseguitato dalla cefalea anche per un’intera settimana.

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Alle superiori, le crisi mi colpivano con frequenza quasi quotidiana: mi era impossibile concentrarmi sui libri! È stato un periodo terribile, non riuscivo a condurre una vita normale, mi sentivo inutile e inadeguata. Nessun medico, nella mia Sicilia, sapeva spiegare l’origine del mio malessere. Ognuno esprimeva un’opinione diversa: chi ipotizzava fosse un segnale di meningite, chi di epilessia, chi addirittura di tumore. Per fortuna, tutte ipotesi senza fondamento.
Mi hanno diagnosticato la nevralgia del trigemino solo intorno ai 20 anni quando, ospite di una trasmissione di Canale 5, sono svenuta (per fortuna, non in diretta!) a causa di un violento attacco e, visitata da un neurologo, sono stata sottoposta a radiografie e tac. Mi è stato spiegato che la causa dell’infiammazione non è ancora chiara, anche se pare sia dovuta alla pressione esercitata da un vaso sanguigno sul nervo. Da allora, comunque, per arginare il problema le ho tentate tutte: ho evitato di prendere freddo alla testa, ho smesso di saltare i pasti e ho eliminato quasi del tutto il caffè. Ho provato persino l’agopuntura, senza alcun risultato, perché la paura degli aghi accresceva in me la tensione, annullando i benefici del trattamento.

Ero dipendente dagli analgesici  Così, per anni, sono stata dipendente da farmaci analgesici, con forti controindicazioni sul fegato. E ciò nonostante, non sempre riuscivo a cavarmela in tempo. Tra gli episodi più drammatici, indimenticabile fu una cena in un ristorante di Los Angeles, poco prima della gravidanza: a un certo punto svenni come una pera cotta davanti ai commensali, tra cui, grazie a Dio, la mia agente.

La svolta nella battaglia contro la nevralgia è avvenuta poco dopo la nascita di mia figlia Giulia, 11 anni fa, grazie all’incontro con il fisioterapista Giancarlo Fratocchi, pioniere nell’introdurre a Roma il metodo Mézières. Sorpresa da un violento mal di testa mentre ero in giro per la capitale, ho raggiunto mio marito dal medico che lo seguiva nella riabilitazione dopo un’operazione all’anca.

 

Niente attacchi per quasi 10 anni   Ero sconfortata e amareggiata per il mio problema. Così, quando il professor Fratocchi, dopo avermi posto qualche domanda, ha assicurato di potermi curare con una semplice ginnastica posturale e con una terapia a base di manipolazioni, lo ammetto, non gli ho creduto. Ma ho deciso comunque di provare anche questa strada, in assenza di controindicazioni.

Risultato? Per me, un miracolo. Dopo appena sei sedute di fisioterapia, non sono stata più colpita da attacchi violenti e ho smesso di assumere farmaci. Come mi ha spiegato il mio medico e salvatore, il metodo Mézières scioglie le contratture e, di conseguenza, lenisce la cefalea attraverso particolari pressioni sui muscoli che scaricano le tensioni. Se praticato con una certa costanza, regala risultati eccezionali: con poche visite annuali, per quasi 10 anni non ho più avuto attacchi violenti.

Purtroppo dal 2012, complici una brutta caduta in cui ho battuto la testa durante delle riprese in Cina, nonché gli squilibri ormonali legati all’età, sporadicamente sono di nuovo vittima dell’infiammazione del trigemino. Ma la situazione, oggi, è sostenibile: negli ultimi 12 mesi, ho avuto al massimo cinque crisi. Termino con due consigli: se soffrite di un invalidante mal di testa, affidatevi a un valido neurologo e, prima di diventare dipendenti dai farmaci, cercate rimedio nelle soluzioni naturali, come il Mézières. E poi, seguite il mio esempio: non siate mai scettici!

Maria Grazia Cucinotta

 Testimonianza raccolta da  Nicole Cavazzuti per OK Salute e benessere

 

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