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Troppi antibiotici nei bambini asmatici

Sono spesso prescritti inutilmente perché i sintomi dell'asma vengono confusi per infezioni respiratorie

I bambini asmatici assumono molti più antibiotici dei loro coetanei, pur non avendone bisogno: colpa dei sintomi della malattia, che spesso i genitori li scambiano per manifestazioni di un’infezione respiratoria. Lo dimostra uno studio presentato a Milano in occasione del congresso annuale della Società europea di medicina respiratoria (ERS 2017).

Il tranello dell’asma

«L’asma è una condizione molto comune e continua, i cui sintomi possono essere confusi per infezioni del tratto respiratorio», spiega Esmé Baan, dell’Erasmus University di Rotterdam, nei Paesi Bassi . «Le linee guida nazionali e internazionali, però, affermano chiaramente che gli antibiotici non vanno usati in caso di peggioramento dell’asma, perché raramente si associa a infezioni batteriche. Un uso inappropriato degli antibiotici può essere pericoloso per i singoli pazienti e per l’intera popolazione, rendendo difficile il controllo della diffusione di infezioni resistenti».

Gruppo San Donato

Lo studio

Per avere un quadro della situazione, i ricercatori hanno preso in esame le prescrizioni di farmaci fatte ad un milione e mezzo di bambini britannici (di cui 150.000 asmatici) e ad altri 375.000 olandesi (di cui 30.000 con asma). Entrambi i Paesi europei seguono le stesse linee guida internazionali sull’asma, che sconsigliano l’uso di antibiotici in caso di recrudescenza dei sintomi.

I risultati

I dati raccolti indicano che i bambini asmatici hanno una probabilità 1,6 volte maggiore di vedersi prescrivere antibiotici rispetto ai coetanei senza asma. Ogni anno, nei Paesi Bassi, si contano 197 prescrizioni di antibiotici ogni 1.000 bambini asmatici, contro le 126 fatte per bambini senza asma. In Gran Bretagna si contano invece 374 prescrizioni all’anno ogni 1.000 asmatici, contro le 250 prescrizioni nei bimbi non asmatici. In entrambi i Paesi, l’amoxicillina è risultato essere l’antibiotico più usato.

Italia a rischio

I numeri fanno riflettere, soprattutto se si pensa che l’Olanda è tra i Paesi con il più basso utilizzo di antibiotici al mondo: per questo i ricercatori sospettano che la situazione sia ancora più grave in Paesi come l’Italia, la Spagna, il Portogallo e la Grecia, dove l’impiego di questi farmaci è molto più diffuso.

Una sfida per i medici

«Gli antibiotici – osserva Baan – dovrebbero essere somministrati solo quando ci sono chiari segni di un’infezione batterica, come nel caso della polmonite. Nei bambini asmatici, però, abbiamo visto che la maggior parte delle prescrizioni sono destinate a recrudescenze dell’asma o bronchiti che sono spesso provocate da virus, piuttosto che da batteri. Per un medico può essere difficile distinguere i sintomi: pensiamo che sia questa la ragione del maggior numero di prescrizioni di antibiotici negli asmatici».

Antibiotici solo al bisogno

«I bambini che non riescono a controllare efficacemente l’asma – aggiunge la ricercatrice – possono avere difficoltà per molti anni, come limitazioni nel gioco e nello sport, frequenti assenze da scuola, cattiva qualità del sonno. Non vogliamo che tutto ciò si combini con la prescrizione di farmaci inutili che rischiano di essere pericolosi. Ovviamente qualche volta gli antibiotici ci vogliono, ma dobbiamo essere sicuri di prescriverli solo quando necessari. In generale dovremmo scoraggiare i medici dall’usare antibiotici inutilmente aumentando il rischio di infezioni resistenti ai farmaci nel futuro».

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