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Carenza di ferro in gravidanza: quali sono i rischi

Il ferro viene assorbito attraverso la placenta e serve per la formazione dei globuli rossi del nascituro, quindi per lo sviluppo dei suoi organi vitali. I consigli dell'esperto di OK Decio Armanini

Assumere un’adeguata quantità di ferro in gravidanza è indispensabile per il benessere non soltanto della madre, ma anche dello sviluppo del feto. Quali sono i rischi di questa carenza e come assumere questo importante elemento? Risponde il professor Decio Armanini, Professore di Endocrinologia presso l’Università di Padova (puoi chiedergli un consulto qui).

Secondo uno studio effettuato in Belgio, un terzo delle donne in gravidanza ha carenza di ferro. Qual è l’importanza di questo elemento?

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Il ferro è indispensabile al nostro organismo, in particolare per la formazione e l’ossigenazione dei globuli rossi. Quando il ferro è basso, si manifestano sintomi quali stanchezza, anemia e cambi di umore.
La carenza di ferro si evidenzia dosando i livelli di di sideremia e di ferritina nel sangue. La ferritina è una proteina che immagazzina il ferro, quando è bassa significa che c’è poco ferro anche nei “depositi”, primo fra tutti nel fegato.
La donna ogni mese ha le mestruazioni, quindi se perde sangue, perde anche ferro, soprattutto se il ciclo è troppo abbondante. In caso di gravidanza, questa carenza potrebbe rappresentare un problema molto serio, perché durante la gestazione la donna deve assumere molto più ferro, non soltanto per se stessa, ma anche per il feto. Il ferro viene assorbito attraverso la placenta e serve principalmente per la formazione dei globuli rossi del nascituro, quindi per lo sviluppo dei suoi organi vitali.

Quali sono i rischi?

Se c’è poco ferro, la prima a soffrire è la madre, perché tutto il suo ferro è assorbito dal nascituro. I rischi per il feto sono di ritardato sviluppo perché l’ossigeno all’interno dei globuli rossi è insufficiente. La carenza di ferro può essere associata ad aborti, parti prematuri e al sottopeso alla nascita.
In caso il livello di ferro sia invece troppo alto, ad esempio per assunzione esagerata o per malattie genetiche, si può andare incontro a una patologia che interessa soprattutto il fegato e il sistema emopoietico.

Quali sono le cause di questo deficit?

Le cause di sideremia bassa non sono soltanto legate a un ciclo abbondante, ma possono essere scatenate da perdite di sangue da altre fonti (ad esempio le emorroidi, l’intestino, ulcera o gastrite) o da malassorbimento di ferro. Anche se la tiroide funziona poco, come nei casi d’ipotiroidismo, il ferro può essere più basso.
Ci si deve attivare a 360 grandi per capire quali siano le reali cause dell’anemia, che può essere provocata anche dalla carenza di acido folico e vitamina B12 che sono altrettanto indispensabili in gravidanza. Un’altra causa comune è dovuta all’insufficiente assunzione di ferro attraverso l’alimentazione. Il ferro è soprattutto presente nella carne rossa e il fegato ne contiene la più alta quantità. Altri alimenti che contengono buone quantità di ferro sono i legumi, la frutta secca e il cioccolato amaro.

Una carenza di ferro in gravidanza può aumentare il rischio di problemi tiroidei?

Se una donna ha una tiroide che funziona ancora bene, ma è al “limite massimo” della sua funzione, cioè soffre d’ipotiroidismo subclinico, in gravidanza soffrirà sicuramente d’ipotiroidismo e dovrà essere trattata per mantenere una perfetta funzione degli ormoni tiroidei. Anche i contraccettivi possono squilibrare la funzione tiroidea perché riducono l’efficacia della terapia per l’ipotiroidismo, rendendo di solito necessaria una dose più alta di supplemento di ormoni tiroidei.
L’ipotiroidismo in gravidanza è molto pericoloso, gli ormoni tiroidei sono indispensabili per formare il sistema nervoso del feto. Misurare il ferro, la ferritina, gli ormoni tiroidei e il TSH, prima della gravidanza e durante la gestazione, è sempre consigliabile, tenendo conto che il 10 per cento delle donne può avere la tiroidite di Hashimoto.
Un altro problema è rappresentato dal fatto che se la donna ha poco ferro e lo assume per bocca, come il solfato ferroso, questo può ridurre l’assorbimento degli ormoni tiroidei presi per bocca, quindi la dose di ormoni tiroidei deve essere aumentata.
Anche chi non è in gravidanza, e soffre d’ipotiroidismo, può avere carenza di ferro, perché spesso questa patologia si associa a una gastrite che può causare il malassorbimento del ferro dato per bocca. In questo caso occorre somministrarlo in vena intramuscolo.

Come correre ai ripari?

I livelli di ferro nel sangue devono essere monitorati non soltanto durante la gravidanza, ma anche nella fase che precede il concepimento. Prima di tutto occorre verificare se la dieta e le abitudini alimentari della paziente siano corrette, informarsi sulle caratteristiche delle mestruazioni soprattutto se siano abbondanti o vi siano delle perdite tra le mestruazioni. È sempre consigliabile un esame dell’emocromo per il dosaggio del ferro e della ferritina, e se il ferro fosse basso, si deve integrare per bocca o se necessario per via iniettiva. Di solito si usano i composti ferrosi, cioè un ferro coniugato con altri elementi. La durata della terapia e la dose vanno regolati in base ai valori ematici. Nella dieta non devono mancare gli alimenti che contengono ferro.
Più la gestazione va avanti, più ci sarà bisogno di integrare la dose: il feto cresce e ha bisogno di ferro, che deve essere monitorato durante tutta la gravidanza.
Di recente si è visto che una delle proteine, la lattoferrina, che si trova anche nel latte materno, ha non soltanto la caratteristica di mantenere il ferro nell’organismo, ma ha anche un potente effetto antiinfiammatorio. Assumendola per via vaginale, previene il rischio di aborto.
Come si vede la gravidanza va sempre seguita tenendo conto che in tale periodo della vita il fabbisogno energetico e di oligoelementi è diverso e quindi la valutazione periodica può prevenire eventuali carenze e mantenere uno stato di benessere per la mamma e il feto.

di Eliana Canova

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