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Ho detto addio alla mia palpebra calante per fare la pilota

Michela Cerruti, laureata in psicologia con una passione per le auto, gareggia nel campionato italiano Gran Turismo. Per essere una pilota professionista ha dovuto operare la sua ptosi palpebrale: la palpebra di un occhio, infatti, era sempre un po’ chiusa. È testimonial di Operation Smile Italia Onlus, fondazione che realizza missioni umanitarie in oltre 60 Paesi per correggere, con interventi di chirurgia plastica ricostruttiva, gravi malformazioni facciali come labbro leporino e palatoschisi, esiti di ustioni e traumi.  «Il mio occhio destro diceva sempre la verità. Ho sempre avuto un occhio con la palpebra leggermente più chiusa dell’altra, si chiama ptosi palpebrale. Ma ad essere sincera non ci ho dato particolare peso, se non durante l’adolescenza, quando si sa, che ogni minimo difetto viene ingigantito.

Michela Cerruti, laureata in psicologia con una passione per le auto, gareggia nel campionato italiano Gran Turismo. Per essere una pilota professionista ha dovuto operare la sua ptosi palpebrale: la palpebra di un occhio, infatti, era sempre un po’ chiusa. È testimonial di Operation Smile Italia Onlus, fondazione che realizza missioni umanitarie in oltre 60 Paesi per correggere, con interventi di chirurgia plastica ricostruttiva, gravi malformazioni facciali come labbro leporino e palatoschisi, esiti di ustioni e traumi. 

«Il mio occhio destro diceva sempre la verità. Ho sempre avuto un occhio con la palpebra leggermente più chiusa dell’altra, si chiama ptosi palpebrale. Ma ad essere sincera non ci ho dato particolare peso, se non durante l’adolescenza, quando si sa, che ogni minimo difetto viene ingigantito.

Gruppo San Donato

A 15 anni ho anche fatto una visita dal chirurgo plastico e dall’oculista, ma visto che non mi creava difficoltà alla vista i medici mi hanno consigliato di aspettare un po’. Allora doveva un po’ passare la fase della “stupidera” e poi ci avrei ragionato su con calma. E forse avevano ragione. Dopo pochi mesi di quella palpebra non mi interessava più nulla.

Sì, mi dava fastidio perché la sensazione era quella di avere la palpebra più pesante e di non riuscire ad aprire completamente l’occhio. “Colpa della pelle in eccesso e di un muscolo lasso che non lavora bene”, mi dicevano. Ma poi un po’ mi sono affezionata: la cosa più buffa è che dalla palpebra trasparivano completamente le mie emozioni. Se qualcuno mi annoiava state tranquilli che la palpebra calava inesorabilmente dando al mio volto un’espressione un po’ assonnata.

Però, tre anni fa, verso i vent’anni, ho dovuto decidere. Quella palpebra stanca mi complicava un po’ il mio lavoro. Faccio la pilota professionista. Quest’anno ho da poco concluso due esperienze importanti, la prima in Formula 3 (delle vetture di Formula uno in miniatura) in Germania e la seconda come pilota ufficiale Bmw nel campionato italiano Gran Turismo (Gt), al volante della Z4 Gt3, un piccolo mostro da 500 cv.

Bene, per realizzare il mio sogno ho dovuto scegliere di risolvere il problema che male si conciliava con la guida. Anche se non avevo problemi di vista, quella palpebra calante mi deconcentrava e la sentivo chiudersi quando meno doveva farlo. Così sono andata al Centro diagnostico italiano di Milano, dal chirurgo plastico Franz Baruffaldi Preis con cui ho deciso di fare il piccolo intervento per correggere la ptosi palpebrale.

Come? In anestesia locale ha ridotto il muscolo. L’intervento ha risolto parzialmente il problema. Ora l’occhio resta un filo aperto, ma nessuno mi guarda mentre dormo… Vi pare? È stato breve, zac, un taglietto e via. Pochi minuti sono fuori dall’ospedale, pochi giorni e sono in macchina… Sulla mia vettura rosa».

Michela Cerruti, 25 anni, Milano 

(testimonianza raccolta da Simone Fanti per OK Salute e benessere)

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