CervelloSalute Mentale

Il lavoro può salvare la memoria. Favoriti architetti, insegnanti e musicisti

Coordinare, gestire e impartire istruzioni sul lavoro aiuta, nel tempo, a conservare memoria e abilità di pensiero, anche con la pensione. L'ipotesi di uno studio scozzese: svantaggiati camerieri e imbianchini.

Molte responsabilità, un team da coordinare, corsi di aggiornamento professionale e, ancora, clienti esigenti e progetti impegnativi: se la passione per il lavoro cede il passo allo stress e alla voglia di mollare tutto, magari per aprire un piccolo bar sulla spiaggia, sarebbe il caso di resistere e tenersi strette le proprie ambizioni professionali. Perché il lavoro stanca, sì, ma può anche far bene al cervello. Parola di neuroscienziati, quelli del Center for Cognitive Aging and Cognitive Epidemiology di Edinburgo, in Scozia, che hanno osservato come impegnarsi in professioni complesse aiuti a preservare memoria e capacità cognitive nel tempo, ponendo un freno al declino naturale correlato all’età.

La ricerca condotta ha sottoposto 1.066 settantenni scozzesi a test cognitivi che ne hanno misurato memoria e abilità di pensiero. I dati raccolti in terza età, pubblicati sulla rivista Neurology, sono stati poi confrontati con il QI dei partecipanti misurato durante l’infanzia (i dati erano disponibili in un database) e per ognuno di loro sono state raccolte informazioni sulla vita vissuta, inclusi il tipo di professione svolta, l’educazione, lo status sociale e le eventuali difficoltà economiche affrontate. «I risultati suggeriscono che un lavoro stimolante può aiutare le persone a conservare le abilità di pensiero e questo può essere osservato anche anni dopo il pensionamento», spiega Alan J. Gow, uno degli autori dello studio osservazionale.

Gruppo San Donato

Seppure le differenze registrate nell’indagine siano minime, i ricercatori sostengono l’ipotesi che esistano lavori salva-memoria, e sarebbero quelli che richiedono ogni giorno la gestione o sintesi di dati, il coordinamento di attività, l’impartire istruzioni e la negoziazione. Tra questi, l’architetto, l’avvocato, il chirurgo, l’ingegnere, il musicista o il grafico sarebbero vantaggiose per il cervello, più di altri lavori come il cameriere, il centralinista, l’imbianchino, il rilegatore o il tappezziere. La classifica, però, va presa con le pinze. Evidenze suggeriscono che stimolare e tenere allenata la memoria può comportare dei benefici a lungo termine. Per mantenere una ‘riserva cognitiva’ giocano un ruolo importante le attività quotidiane, come il lavoro ma anche tutte le attività nel tempo libero, tra cui attività fisica e hobby creativi, e lo stile di vita, tra cui alimentazione, fumo e stress.

 

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