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Chirurgia plastica: meno bisturi più filler

Secondo la Sicpre (Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica) nel mondo i trattamenti di medicina estetica sono stati 8 milioni e 700 mila contro gli 8 milioni e 500 mila interventi di chirurgia plastica: questi ultimi in Italia dal 2009 sono diminuiti di circa il 40%.

Secondo la Sicpre (Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica) nel mondo i trattamenti di medicina estetica sono stati 8 milioni e 700 mila contro gli 8 milioni e 500 mila interventi di chirurgia plastica: questi ultimi in Italia dal 2009 sono diminuiti di circa il 40%.

«La tendenza è confermata anche dal programma dei congressi persino negli Stati Uniti, dove il bisturi ha sempre spopolato – dice Fiorella Donati, professore di Chirurgia plastica endoscopica alla scuola di specializzazione in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica all’ Università degli Studi di Milano – Se vent’anni fa riguardava solo la chirurgia, oggi almeno per metà si occupano di trattamenti meno invasivi».

Gruppo San Donato

Un cambiamento lento ma inesorabile, dovuto a diversi elementi. «Da una parte i filler sono diventati sempre più efficaci e sicuri, dall’altra i canoni di bellezza concordano su modelli più naturali, meno esasperati – continua Fiorella Donati – Se è possibile, si preferisce evitare il bisturi, considerando anche il fatto che un lifting è impegnativo con una convalescenza di circa tre settimane che poche persone in un’epoca frenetica come la nostra possono permettersi, oltre a un costo elevato, soprattutto in periodo di crisi».

Il minilifting alla fronte, che scolla la cute e la riposiziona in modo da spianare le rughe e alzare le sopracciglia, è diminuito molto (-13,9% dal 2010 e 51,9% dal 1997, dicono i dati Asaps, American society for aesthetic plastic surgery), soppiantato dalla tossina botulinica, che è il primo trattamento di medicina estetica e permette di ottenere lo stesso effetto.

Ancora più efficace è il risultato che si raggiunge utilizzando in sinergia il botox e l’acido ialuronico di diversa densità (a seconda della zona in cui viene iniettato), così da ridisegnare i contorni del viso senza bisturi. «Si recuperano le parti concave e convesse originarie: con il passare degli anni il viso non solo si segna, ma soprattutto perde la sua vera forma- dice ancora Donati -Partendo dall’osservazione di una foto del paziente da giovane, si inietta il botulino ai lati degli occhi per tirare su lo sguardo, poi si riempie con l’acido ialuronico verso la zona delle tempie e lungo la mandibola, mentre si evitano i pomelli, per scongiurare l”effetto pallina da tennis».

Tra gli apparecchi ad azione lifting c’è da segnalare Ulthera, approvato Fda, che in soli tre anni vanta seicento installazioni e 50.000 trattamenti effettuati in tutto il mondo. Funziona con ultrasuoni di potenza focalizzata ed è in grado di intervenire anche sulla fascia muscolo-aponeurotica superficiale (Smas), finora raggiungibile soltanto con il lifting chirurgico.

Grazie alla sua tecnologia Ulthera permette di controllare esattamente dove posizionare l’azione degli ultrasuoni e di scegliere quella adatta alla profondità che si deve raggiungere. Il calore erogato provoca un’immediata retrazione delle fibre elastiche e ne stimola la produzione di nuove. Il trattamento, che comprende anche al collo, dura circa trenta-quaranta minuti e l’effetto si mantiene fino a un anno e mezzo. Non richiede convalescenza, può dare solo una sensazione di formicolio al termine della seduta. In Italia l’apparecchio si utilizza già da oltre due anni all’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano.

Fonte Ansa

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