Salute

L’infiammazione è il legame tra Covid, obesità e cancro

Gli studi sul coronavirus hanno messo in luce che è l'infiammazione la chiave di molti problemi di salute che ci colpiscono

Le ricerche sul coronavirus hanno messo in luce come l’infiammazione stia alla base non solo di Covid-19, ma anche del diabete di tipo 2, delle malattie cardiovascolari, della malattia di Alzheimer e del cancro. Insomma il legame tra infiammazione e Covid spiegherebbe anche come affrontare le malattie croniche che solo in Italia uccidono centinaia di persone ogni anno e peggiorano la qualità della vita a milioni di pazienti.

Infiammazione e Covid: chi ha alti livelli ha un rischio più alto di conseguenze gravi

I ricercatori di tutto il mondo hanno identificato l’infiammazione come il motivo principale per cui Covid-19 può essere così pericoloso e spiega perché le persone più anziane e chi ha malattie legate a scorretti stili di vita siano particolarmente a rischio.

Gruppo San Donato

Ci sarebbe proprio l’infiammazione dietro l’alto numero delle morti per coronavirus in Paesi come l’Italia, la Gran Bretagna, la Spagna, la Francia e gli Stati Uniti.

Infiammazione e Covid: nuovi approcci per combattere le malattie croniche?

Gli esperti però ora sperano che le conoscenze acquisite nella lotta contro Covid-19 possano essere di aiuto per comprendere meglio i processi infiammatori e suggerire nuovi approcci verso le malattie croniche che colpiscono milioni di persone.

L’infiammazione avviene proprio quando il nostro corpo risponde a un’infezione. Ma ci sono altri motivi per cui si scatena l’infiammazione nel nostro organismo. L’obesità in particolare è uno di questi. Le persone in sovrappeso hanno infatti alti livelli di infiammazione nel sangue, segnalati dalla presenza delle citochine, che interferiscono e danneggiano la funzionalità delle cellule.

Il forte sovrappeso tra le principali cause di una forte infiammazione nel corpo 

Un’imponente ricerca della American Society for Nutrition del 2016 ha dimostrato come l’obesità, ma anche la pressione alta, l’iperglicemia e il grasso viscerale, abbiano un impatto significativo sulla salute del nostro sistema immunitario. Questo effetto è visto anche nella risposta ai vaccini. Una meta-analisi che ha preso in esame quasi novanta studi ha dimostrato che chi è in forte sovrappeso non produce anticorpi in risposta alla vaccinazione contro malattie infettive come l’influenza, il tetano e le epatiti perché il loro sistema immunitario non lavora correttamente. Il risultato è che queste persone non sono protette dai vaccini o comunque lo sono in maniera ridotta.

Tra le altre condizioni che promuovono l’infiammazione c’è il fegato grasso e le demenze.

L’infiammazione innescata dalla continua lotta contro queste malattie croniche significa che chi ha già questi problemi sta lottando per mantenere vitali le loro funzioni già prima di ammalarsi di Covid-19, che provoca un’ulteriore infiammazione. Proprio una risposta infiammatoria eccessiva è la principale causa della gravità della malattia e della morte della stragrande maggioranza dei pazienti colpiti dal coronavirus.

Infiammazione e Covid: per combattere le conseguenze del virus bisogna stare attenti agli stili di vita

I medici stanno capendo che per limitare il numero di decessi per Covid-19 bisogna aggredire le malattie pre esistenti. Gli esperti sostengono che bisogna agire presto in vista della seconda possibile ondata di coronavirus attesa per il prossimo autunno. Le statistiche delle autorità sanitarie parlano di un 90% di decessi tra le persone che abbiano superato i 60 anni, molti dei quali in forte sovrappeso. Una ricerca svolta dall’Università di Oxford ha analizzato le condizioni di salute di 17.400.000 persone. I risultati hanno dimostrato che chi è obeso vede il rischio di morire di coronavirus alzarsi di tre volte.

L’avanzare dell’età limita la risposta immunitaria

Il nostro sistema immunitario ha due linee difensive:

  1. l’immunità innata, che comprende le cosiddette cellule “natural killer” e altri tipi di cellule come le immunoglobuline M che si occupano di colpire gli agenti patogeni appena entrano nel corpo;
  2. il sistema immunitario acquisito di cui fanno parte le immunoglobuline G. Sono quegli anticorpi che si sviluppano dopo alcuni giorni dal contagio e che combattono specificamente quel virus o quel batterio. Questi anticorpi hanno memoria e sono in grado di sconfiggere l’agente patogeno anche nel futuro.

Il problema è che l’immunità innata comincia a calare a partire dai cinquant’anni per declinare intorno ai 70 anni di età. Anche l’immunità acquisita scema man mano che si invecchia.

Infiammazione habitat ideale per lo sviluppo di tumori

Questo mal funzionamento avviene anche nelle persone anziane sane. Il nostro organismo reagisce producendo più citochine, che possono essere utili, ma che provocano uno stato di infiammazione. Come abbiamo spiegato prima chi ha anche malattie croniche vede questa infiammazione ampliarsi. Questa catena di infiammazione è legata allo sviluppo dei tumori. Quindici dei più comuni tumori, come quello al seno, alla prostata e al colon, sono molto più comuni nelle persone in sovrappeso proprio a causa dei livelli di infiammazione.

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