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Tumore alla vescica: aumentano i casi tra le donne

La responsabilità va cercata nell'aumento del vizio del fumo tra la popolazione femminile. Fondamentali la prevenzione e la diagnosi precoce. Negli stadi avanzati il tasso di sopravvivenza si ferma al 50 per cento, ma buone notizie arrivano dall'immunoterapia

Il tumore alla vescica colpisce ogni anno in Italia 21.000 uomini e 5.000 donne. La sua incidenza è in aumento: ormai è il quarto più frequente nella popolazione maschile, e secondo le stime della Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO), nel 2030 potrebbero aumentare a 35.000 i casi ogni anno.

Il tumore sta crescendo tra le donne 

Il paradosso è che mentre tra gli uomini sta comunque diminuendo, sta aumentando sensibilmente tra le donne. Il primo responsabile anche in questo caso è il fumo di sigaretta, che è causa diretta di questo tipo di cancro in sei casi su dieci.

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Chi fuma ha un rischio 5 volte superiore di sviluppare il tumore 

Le oltre 4.000 sostanze cancerogene contenute nei prodotti a base di tabacco passano nel sangue dopo essere state respirate e da lì raggiungono i reni e la vescica. Il fumatore ha un rischio di sviluppare la malattia che è quasi cinque volte superiore rispetto a un non tabagista.

Sempre più donne fumano 

Il vizio del fumo sta conquistando sempre più piede tra le donne ed è proprio per questo motivo che l’incidenza di questo tumore sta aumentando. Smettere di fumare riduce il rischio, ma per avere un calo significativo devono essere trascorsi dieci anni dall’ultima boccata.

Gli stili di vita determinanti nella prevenzione 

Oltre al fumo, anche altri stili di vita possono aiutare la prevenzione. Innanzitutto l’attività fisica: è ormai noto che l’esercizio – almeno 150 minuti di sport moderato alla settimana – è fondamentale, così come una dieta alimentare che preveda molta frutta e verdura (dieci porzioni al giorno allungano la vita), legumi, pesce e poca carne. Bisogna limitare gli alcolici ed evitare lo zucchero.

Alcuni mestieri sono più a rischio

Alcuni alcune professioni sono un fattore di rischio del tumore alla vescica: stiamo parlando dell’industria tessile, dei coloranti, della gomma e del cuoio. Almeno il 25% di questo tipo di cancro ha proprio origine dall’esposizione a sostanze cancerogene come i coloranti derivati dall’anilina, la benzidina, la 2-naftilammina e derivati dell’arsenico.

Le terapie del tumore alla vescica

La terapia principale è ancora quella chirurgica, con l’asportazione delle massa tumorale, cercando di salvare quanta più parte sana della vescica possibile. Con la diagnosi precoce la mortalità è bassa e la lesione può essere asportata completamente con interventi meno demolitivi.

Negli stadi avanzati alta mortalità e asportazione anche totale della vescica

In tumori agli stadi avanzati si procede invece alla rimozione parziale o totale della vescica, con pesanti conseguenze sulla qualità della vita e con un tasso di sopravvivenza che si ferma al 50% a 5 anni dalla diagnosi. Dopo l’intervento generalmente si procede anche a chemioterapia.

Il ruolo dell’immunoterapia

Anche per il tumore alla vescica l’immunoterapia sta rivoluzionando le cure dei pazienti con malattia avanzata con l’utilizzo degli anticorpi monoclonali che colpiscono due proteine il PD-1 e PD-L1 in grado di influenzare la risposta immunitaria. I risultati dimostrano un’efficacia maggiore dei trattamenti chemioterapici.

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