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Sclerosi multipla: la ricerca di Alice Laroni apre a nuove terapie

La giovane ricercatrice spiega il suo studio sulle cellule natural killers, già studiate anche per combattere alcune forme di tumori

La ricerca continua a trovare nuove soluzioni per combattere la sclerosi multipla. Negli ultimi dieci anni sono stati fatti passi da gigante nella terapia e tutto il mondo scientifico si dice ottimista per il futuro.

«Ci sono molti elementi di speranza. Non abbiamo ancora la cura – spiega Alice Laroni, neurologo e ricercatore all’Università di Genova – perché non conoscendo la causa, non riusciamo a intervenire sul meccanismo che scatena la patologia. Ma abbiamo moltissime terapie che riescono a modificarne il decorso, diminuendo il rischio di ricadute e di progressione della disabilità. Quello che manca in questo momento sono terapie che riescano ad agire sulla degenerazione neuronale. C’è però molta ricerca su questo e Aism sta finanziando molti progetti».

Gruppo San Donato

«Un obiettivo cruciale per noi è riuscire a sviluppare la medicina personalizzata – continua Alice Laroni – perché nessun paziente è uguale all’altro. Capire cosa in una persona ha causato una malattia, potrebbe permetterci di dare a quella persona la terapia giusta in questo momento. Non tutti rispondiamo ai farmaci allo stesso modo. Lo vedo ogni giorno nella mia pratica clinica. Per evitare di perdere tempo nella scelta della terapia giusta sarebbe cruciale riuscire a capire fin dall’inizio a quale farmaco ognuno ha maggiori chance di rispondere».

Alice Laroni è stata premiata quest’anno con il Premio Rita Levi-Montalcini, assegnato dal 1999 dalla Fondazione di AISM per riconoscere l’impegno e il valore dei giovani ricercatori nella ricerca scientifica sulla sclerosi multipla. Co-autrice di 21 pubblicazioni su questa malattia, Alice Laroni ha ricevuto il prestigioso riconoscimento per i risultati ottenuti in due importanti ambiti della ricerca su questa patologia cronica.

Lo studio più importante finora è quello sul ruolo delle cellule della immunità innata nella sclerosi multipla. «Mi sono concentrata sulle cellule natural killers, che come si sapeva già sono in grado di uccidere le cellule infettate dai virus e dai tumori. In laboratorio – spiega Alice Laroni – ho visto che queste cellule sono anche in grado di uccidere i linfociti T nelle persone sane, che sono le cellule che causano il danno nella sclerosi multipla. Ma questo meccanismo si inceppa nella sclerosi multipla e penso che questo sia dovuto a uno dei meccanismi che contribuisce alla risposta auto immune della sclerosi multipla».

Alice Laroni è stata parte attiva nei tavoli del Boot Camp Tech Care dalla cura al prendersi cura voluto da Sanofi Genzyme con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Sclerosi Multipla.

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