Salute

Ragadi e fistole anali, come si curano?

Almeno il 70% delle ragadi anali guarisce con l’ausilio di creme specifiche mentre per le fistole serve l'intervento chirurgico. I consigli dell'esperto di OK Maurizio Gentile

Oltre alla malattia emorroidaria, i problemi più diffusi che riguardano la zona anale sono le ragadi e le fistole anali. Maurizio Gentile, responsabile dell’ambulatorio di colon-proctologia all’Università Federico II di Napoli (puoi chiedergli un consulto qui), spiega di che cosa si tratta e quali sono le cure.

Cosa sono le ragadi anali

La ragade è una ferita all’interno dell’ano che nelle fasi iniziali ha sintomi molto simili a quelli delle emorroidi:

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  • dolore,
  • bruciore,
  • sanguinamento.

Quando la situazione è in fase più avanzata, il dolore si fa sempre più intenso, specialmente dopo la defecazione, tanto che andare al bagno diventa un incubo.

Questa lesione ogni volta che passano le feci si riapre e diventa più profonda e fastidiosa. Come nel caso delle emorroidi come prevenzione sono fondamentali una dieta ricca di fibre e bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno.

Ragadi anali: le cause

Le cause delle ragadi possono essere diverse:

  • la principale è la stitichezza,
  • lo sforzo eccessivo durante l’evacuazione,
  • il passaggio nello sfintere anale di feci dure e voluminose,
  • l’infiammazione dell’area causata dal morbo di Crohn o da un’altra malattia infiammatoria intestinale,
  • il parto.

Ragadi anali: quali sono le terapie?

Almeno il 70% delle ragadi anali guarisce con l’ausilio di creme (l’applicazione di pomate contenenti nitroglicerina tra lo 0,2% e l’1% insieme con i calcioantagonisti). Spesso vengono consigliati anche dilatatori anali a caldo, che permettono il rilassamento della muscolatura. Molto importante procedere a bidè tiepidi ogni qual volta se ne senta il bisogno.

È importante che le cure vengano effettuate precocemente. Quando la terapia medica fallisce c’è l’intervento chirurgico, in genere la sfinterotomia laterale interna, che ha un successo pari al 98 per cento. Dopo l’operazione ci sono problemi di meteorismo con difficoltà a trattenere l’aria nei primi giorni. Si torna alla vita normale dopo una settimana.

Che cosa sono le fistole anali

La fistola anale è quasi sempre la conseguenza di un precedente ascesso, cioè di una cavità piena di pus che si forma nella zona dell’ano o del retto. In queste aree ci sono infatti delle piccole ghiandole. Quando si ostruiscono possono infettarsi e sviluppare un ascesso.

Una fistola è una sorta di piccolo tunnel che si forma sotto la pelle e che connette una ghiandola anale infetta con la cute dei glutei al di fuori dell’ano. I sintomi sono:

  • bruciore,
  • dolore,
  • prurito,
  • secrezione di pus o sangue,
  • febbre.

Fistole anali: l’unica terapia è l’intervento chirurgico

Per curare una fistola anale c’è solo l’intervento chirurgico. È abbastanza semplice, ma può dare conseguenze e necessita di un drenaggio. La degenza in ospedale dipende da paziente a paziente.

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