Salute

Pancreatite acuta: cause, sintomi, diagnosi, cure

Focus di Paolo Pederzoli, presidente della Fondazione italiana per la ricerca sulle malattie del pancreas

Focus di Paolo Pederzoli, presidente della Fondazione italiana per la ricerca sulle malattie del pancreas e direttore dell’unità di chirugia generale B del policlinico G.B. Rossi di Verona.

La pancreatite acuta (p.a.) colpisce più spesso in un’età compresa fra i 30 e i 60 anni. In Italia si verificano da 6 a 10 nuovi casi l’anno ogni 100mila abitanti.

Gruppo San Donato

CHE COS’È. La pancreatite acuta è un’infiammazione acuta del pancreas e dei tessuti circostanti (leggi: impara a rispettare il pancreas). Può presentarsi come forma lieve (pancreatite acuta edematosa) o grave (pancreatite acuta necro-emorragica). Cosa accade? Il pancreas produce enzimi e ormoni. Alcune delle sue cellule fabbricano ormoni, fra cui l’insulina, l’ormone incaricato di utilizzare glucosio, mentre le altre elaborano il succo pancreatico che, riversato nel duodeno, emulsiona il cibo agevolando il processo digestivo. Quando il pancreas s’infiamma, gli enzimi digestivi si attivano all’interno del pancreas stesso, causando la pancreatite acuta. La ghiandola subisce allora un danno, che nella forma più severa può arrivare a una sorta di auto-digestione.

SINTOMI: il quadro clinico della pancreatite acuta è caratterizzato da dolore epigastrico violento che si irradia posteriormente a cintura, definito anche come «dramma pancreatico». L’infiammazione può coinvolgere altri organi (reni, sistema nervoso, cuore, polmoni) ed essere accompagnata da shock.

CAUSE. Le due cause principali di una pancreatite acuta sono i calcoli della via biliare (o calcolosi alla colecisti), che provocano oltre il 70% dei casi, e l’eccessivo consumo di alcool. Nel primo caso, i calcoli provenienti dalla cistifellea, spostandosi dalla loro sede abituale, possono finire per bloccare lo scarico del dotto che trasporta il succo pancreatico in duodeno. L’ostacolato deflusso dei succhi pancreatici porta all’infiammazione della ghiandola. Altre cause comprendono: farmaci (quali diuretici, estrogeni e tetracicline), traumi o interventi chirurgici sulle vie biliari e organi vicini al pancreas e anomalie congenite della ghiandola. Nel 10% dei casi la pancreatite acuta è idiopatica: cioè non è possibile identificarne la causa.

CURA. In circa l’80% dei casi la pancreatite acuta (forma lieve edematosa) presenta un decorso favorevole e tende a risolversi in 7-10 giorni. È necessario un ricovero ospedaliero: scopo della terapia è mettere il pancreas a riposo, sospendendo l’alimentazione, somministrando analgesici e liquidi per via endovenosa. Nella forma più severa e rara, identificabile con particolari esami di laboratorio e indagine Tac (tomografia assiale computerizzata), gli enzimi attivati non solo possono distruggere parzialmente la ghiandola, ma si riversano nelle aree circostanti retro-peritoneali e da qui possono essere riassorbiti e passare in circolo, determinando il quadro di malattia sistemica (che coinvolge più organi). In questo caso è necessario l’intervento: quello di «lavaggio retroendoperitoneale», messo a punto negli anni ’80, è attualmente il più utilizzato (con varie modifiche) e ha ridotto la mortalità dal 70% (anni ’80) al 7% attuale. Durante l’intervento, si asportano gli enzimi attivati nelle aree circostanti la ghiandola pancreatica e i tessuti necrotici dalle stesse. Nella gran parte dei casi, anche nella forma grave, superato il quadro acuto e il decorso post-operatorio la ghiandola riprende le sue due funzioni principali: la produzione di enzimi digestivi e degli ormoni.
Paolo Pederzoli, presidente della Fondazione italiana per la ricerca sulle malattie del pancreas

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