News

Oncologia: Incinta dopo il cancro? Tecnica per poche

Arriva dalla Svezia la notizia della donna di 39 anni incinta di tre mesi dopo aver sconfitto un tumore al seno. Una bella vittoria, per molte, ma non per tutte sottolinea Paolo Marchetti, ordinario di Oncologia alla Sapienza e oncologo del Sant'Andrea di Roma.

Arriva dalla Svezia la notizia della donna di 39 anni incinta di tre mesi dopo aver sconfitto un tumore al seno. Una bella vittoria, per molte, ma non per tutte sottolinea Paolo Marchetti, ordinario di Oncologia alla Sapienza e oncologo del Sant’Andrea di Roma.

Frena non soltanto possibili entusiasmi. Ma soprattutto speranze, seguite da dolorose delusioni.
Professore che ne pensa del caso italiano?
È una delle possibili strade. Ma non per tutte. D’altronde, la prevenzione della fertilità nelle donne malate di tumore è una delle questioni delle quali noi oncologi ci occupiamo. Con due problemi.

Gruppo San Donato

Quali?
Da una parte, si abbassa sempre più l’età delle donne malate di tumore alla mammella. Dunque, fertili. Dall’altra, di pari passo, si sposta sempre più in avanti l’età della gravidanza. Le donne tendono a far figli sempre più tardi. A partire dal lavoro che non hanno e per mille motivi, che non sto qui ad analizzare.

Dunque?
E sempre più pressante l’esigenza di prevenzione della fertilità nelle pazienti. E un problema che noi oncologi abbiamo molto ben presente. Anche per una questione di tempi.

Com’è andata nel caso in questione?
La signora ha iniziato la chemio a 35 anni. E la terapia ormonale che precede la crioconservazione degli ovociti è abbastanza lunga. Senza contare che non può essere applicata a tutte le donne.

Perché?
Per creare ovociti da criocongelare occorre una stimolazione ormonale. Purtoppo è inevitabile. E non sempre è possibile.

Il motivo?
Certamente va detto che non è semplice per tutte le implicazioni che ha. Senza dimenticare che occorre una premessa fondamentale: che possa essere fatto un bombardamento di ormoni.

In quali casi non si può?
Basta un semplicissimo esame, che dà il responso e detta la strada da seguire.

Ovvero?
Va innanzitutto verificato che il tumore recettivo sia negativo agli ormoni. Esistono tumori sensibili agli estrogeni.

E allora?
È chiaro che in questi casi, non si può fare il prelievo degli ovociti dopo una cura ormonale.

Insomma, non è così facile, nè tantomeno automatico un bimbo dopo un tumore?
Non è un percorso semplice. Nè privo di pericoli. Va fatto con ragionevolezza. Dopo gli articoli che usciranno, non vorrei dover trovarmi a spiegare a molte donne, che non è così automatico.

Alternative?
Proprio dall’Ist di Genova, di recente, è uscita una tecnica rivoluzionaria finita su tutte le riviste scientifiche: la messa a riposo delle ovaie, con un farmaco.

Ma durante la chemio?
Non succede nulla. E si fa in strutture pubbliche.

Fonte il Messaggero

Chiedi un consulto agli esperti in infertilità

GUARDA ANCHE
Procreazione assistita: tutte le procedure
Procreazione assistita: le norme e i centri all’estero
Fecondazione eterologa: i centri all’estero in cui farla
Diagnosi preimpianto, in Italia funziona così
Incinta dopo il cancro con gli ovuli congelati

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio