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Ictus ed epilessia nascono nell’intestino?

Colpa della flora batterica intestinale, che influenza la struttura dei vasi sanguigni del cervello

E se alcune patologie, come l’ictus e l’epilessia, avessero origine nell’intestino o, comunque, fossero correlate con il microbiota? I batteri della flora intestinale sono finiti nuovamente sotto accusa come complici di malattie neurologiche che colpiscono il cervello. Dopo essere stati indicati come corresponsabili di patologie come il Parkinson e l’Alzheimer, oggi la lista delle imputazioni si allunga. In alcuni casi, infatti, potrebbero essere coinvolti addirittura nell’insorgenza di ictus e crisi epilettiche. A sospettarlo sono i ricercatori dell’Università della Pennsylvania, che hanno pubblicato uno studio sulla rivista Nature.

“Caverne” nel cervello

L’ipotesi è nata studiando i meccanismi biologici che portano alla formazione delle cosiddette “malformazioni cavernose cerebrali” o “cavernomi”, lesioni vascolari nel cervello caratterizzate da agglomerati di capillari sanguigni abnormemente dilatati e fragili, che possono causare ictus e crisi epilettiche quando perdono sangue. Queste malformazioni hanno un’origine genetica, ma a quanto pare la loro gravità può variare proprio in funzione della flora intestinale. Leggi qui, se vuoi approfondire il tema 

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La scoperta nei topi

I ricercatori statunitensi lo hanno scoperto osservando dei topi geneticamente modificati proprio per sviluppare queste lesioni nel cervello. Una volta trasferiti in un altro laboratorio, gli animali hanno mostrato una inattesa riduzione del numero di malformazioni sviluppate, scese quasi a zero.

Il parere dell’esperto

«Per noi era un mistero totale: improvvisamente il nostro modello animale non sviluppava più le lesioni che ci aspettavamo», spiega Mark L. Kahn, docente di medicina nell’ateneo della Pennsylvania. «Ciò che è interessante – aggiunge l’esperto – è che una simile variabilità nella formazione delle lesioni è presente anche fra gli esseri umani, dove pazienti con la stessa mutazione genetica hanno un decorso di malattia completamente differente».

Il ruolo dell’intestino

Cercando di capire le ragioni di questo fenomeno, i ricercatori hanno notato che le malformazioni cavernose cerebrali comparivano soprattutto nei topi che presentavano un ascesso addominale di origine batterica causato dall’iniezione nella pancia di un farmaco usato nel corso della sperimentazione. Come controprova, simili infezioni batteriche sono state indotte in altri topi geneticamente predisposti alle malformazioni cerebrali: la metà di questi ha sviluppato lesioni significative.

Dall’intestino al circolo

Secondo una prima ricostruzione, i batteri potrebbero agire sul cervello entrando nel circolo sanguigno e producendo la molecola LPS (lipopolisaccaride), che scatena potenti reazioni immunitarie. Il suo meccanismo, per fortuna, potrebbe essere bloccato grazie a una molecola già testata sull’uomo per altre patologie.

Come prevenire

Alla luce di questi risultati, i ricercatori si sono chiesti: «è possibile prevenire le lesioni modificando i batteri presenti nell’organismo?». Per rispondere alla domanda, hanno messo sotto osservazione topi geneticamente predisposti ai cavernomi allevati in condizioni normali o di totale sterilità, così come topi predisposti ai cavernomi a cui era stato resettata la flora batterica intestinale mediante la somministrazione di antibiotici.

I risultati

Questi ultimi (come quelli cresciuti in condizioni sterili) hanno sviluppato un numero di lesioni decisamente inferiore, dimostrando che la quantità e la qualità del microbioma intestinale può condizionare il decorso della malattia. «Questo studio è molto importante – commenta Jim I. Koenig, dei National Institutes of Health (NIH) americani che hanno finanziato la ricerca – perché dimostra che dei cambiamenti nell’organismo possono condizionare la progressione di una malattia causata da una mutazione genetica».

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