Salute

Mal di pancia: quali sono le cause?

Il dolore all’addome non va mai trascurato. Se non si conoscono le cause che lo hanno scatenato è bene rivolgersi al medico. I consigli dell'esperto di OK Giovanni Monteleone

Il mal di pancia non è sempre uguale e può avere cause diverse. Soprattutto, può essere più o meno grave in relazione all’intensità del dolore. Quando preoccuparsi e come intervenire? Ecco i consigli e i chiarimenti di Giovanni Monteleone, Professore Ordinario in gastroenterologia presso il Dipartimento di Medicina dei Sistemi dell’Università Tor Vergata di Roma (puoi chiedergli un consulto qui).

 Mal di pancia: che cosa può essere?

Mal di pancia non significa necessariamente e soltanto dolore dell’apparato digerente o dell’intestino. Può essere attribuito anche ad un’irregolarità del ciclo mestruale, o essere secondario a problemi dell’apparato urinario come ad esempio la cistite, soltanto per citarne alcuni.
Le cause che provocano questo tipo di malessere sono varie e legate ad altrettante patologie. Il dolore all’addome non va mai trascurato, e necessita sempre, soprattutto quando è acuto e non si conoscono le cause che lo hanno scatenato, di un’indagine accurata da parte del medico curante.

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Qual è il primo passo da compiere?

La prima cosa da valutare è la sede del dolore.
Se è localizzato nella parte più alta dell’addome, sopra l’ombelico, potrebbe essere secondario a malattie dello stomaco, dell’intestino, delle vie biliari o del pancreas. Esempio di dolore con questa localizzazione può essere quello legato alla presenza di ulcere o tumori gastro-duodenali, celiachia o calcolosi della colecisti. In quest’ultimo caso, il dolore, definito a tipo colica, dura oltre i 30 minuti, può associarsi a vomito ed essere anche irradiato.
Il dolore addominale può anche essere la spia di una patologia non gastrointestinale, come ad esempio l’infarto del miocardio.

Quanto conta la “scala del dolore”?

Dopo aver localizzato la sede, si deve valutare l’intensità del dolore e, quindi, l’irradiazione. Ad esempio un dolore che nasce nel quadrante inferiore di destra, che s’irradia sulla coscia, può essere causato dall’appendicite o da organi adiacenti all’appendice.
Molto importante è anche la durata e la sua cronicità. Se il dolore dura da dieci minuti, possiamo aspettare, se va avanti da una settimana si dovrà fare qualcosa di più che utilizzare la classica borsa dell’acqua calda, che peraltro è un valido rimedio per le forme lievi di dolore.
Tutti i tumori localizzati possono provocare dolore anche di forte intensità. Il cosiddetto dolore “a barra” che attraversa trasversalmente l’addome è tipico della pancreatite.

Quando ci si deve preoccupare?

Se il dolore va avanti da alcune settimane e si accompagna a perdita di peso, sicuramente c’è qualcosa di organico che lo sta provocando.
Se il dolore è associato a sanguinamento, in questo caso è indispensabile che il paziente sia sottoposto a indagini strumentali perché il sangue, unitamente al vomito, fa parte dei cosiddetti sintomi di “allarme”: la loro presenza indica che c’è qualcosa di alterato nel nostro organismo.
Pertanto, se al dolore localizzato nel quadrante alto dell’addome si associa sanguinamento dalla bocca diventa prioritaria l’esecuzione di un’esofagogastroduodenoscopia che potrebbe mettere in evidenza la presenza di varici nell’ esofago o nello stomaco, ulcere gastroduodenali o tumori. Nel caso invece il dolore si accompagni alla perdita di sangue rosso vivo nelle feci è indicata la colonscopia.

Che cosa fare?

La gestione del dolore spetta al medico e non al paziente soprattutto se una diagnosi non è stata ancora formulata. Per un dolore acuto e di forte intensità è sempre meglio recarsi dal proprio medico curante che valuterà la terapia, o gli accertamenti del caso, più adeguati.

Per i casi più lievi, con un dolore insorto da poco tempo o con una nota causa della problematica, è possibile, sotto consiglio medico, assumere farmaci che possono attenuare la sintomatologia. Tutto questo va fatto tenendo in considerazione potenziali effetti collaterali riconducibili ai farmaci.
Nei pazienti in cui il dolore è sintomo di una sindrome dell’intestino irritabile nella variante stipsi, l’assunzione costante di farmaci antispastici potrebbe migliorare la sintomatologia ma peggiorare la stitichezza.

Eliana Canova

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