Salute

Maculopatie: la cecità si può evitare con l’accesso tempestivo alle cure?

L'esperto Francesco Bandello ci spiega quali sono le terapie "salva vista" che i pazienti colpiti da una maculopatia hanno a disposizione oggi e qual è la loro efficacia

Lento e graduale calo della vista, difficoltà nella lettura, visioni distorte oppure ondulate fino a vedere macchie scure al centro del campo visivo. Sono questi i segnali che devono mettere in allarme e avvertire dell’insorgenza di maculopatie, patologie croniche che colpiscono la macula, la parte centrale della retina dove è massima la concentrazione dei fotorecettori specializzati nella visione dei dettagli.

Incidenza delle maculopatie

In Italia sono circa 65.000 le persone affette da maculopatie, in particolare di degenerazione maculare legata all’età e di edema maculare diabetico (conseguenza della retinopatia diabetica, che colpisce una buona percentuale dei pazienti diabetici). La frequenza di queste patologie sta aumentando a causa dell’aumento dell’età media della popolazione e della diffusione del diabete, che negli ultimi anni è quadruplicato a livello mondiale. La degenerazione maculare legata all’età rappresenta la principale causa di cecità legale e di ipovisione tra le persone over 60 dei paesi occidentali.

Gruppo San Donato

La cecità civile

Dal 2012 al 2014, l’INPS ha registrato circa 15.300 casi all’anno di persone diventate cieche civili a causa di maculopatie o retinopatie. A oguna di queste persone può essere riconosciuta l‘indennità di accompagnamento o la pensione. Il dato è stato rilevato dal primo Osservatorio Italiano sui Costi della Cecità Legale, curato dal CEIS dell’Università di Roma Tor Vergata e promosso da Novartis nell’ambito del suo impegno per combattere le cecità evitabili.

Una cecità evitabile

Ma cosa significa essere ciechi civili e come si può evitare? La cecità civile si riferisce a una condizione di invalidità che non deriva da cause di guerra, di servizio o di lavoro. I ciechi civili si dividono in assoluti (con un residuo visivo pari a zero in entrambi gli occhi) e parziali, o ventesimisti (con un residuo visivo non superiore a un ventesimo in entrambi gli occhi). Assicurare ai pazienti affetti da maculopatie di essere curati in modo appropriato e con tempestività è l’obiettivo dell’accordo stipulato da Novartis con l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Nella maggior parte dei casi, infatti, il problema è la poca tempestività nell’accesso alle cure: si stima che dall’insorgenza del primo sintomo al trattamento passano circa tre mesi, un arco di tempo in cui le maculopatie possono fare già molti danni.

La terapia disponibile 

Le maculopatie, infatti, oggi hanno a disposizione terapie “salva-vista”, in particolare grazie al farmaco anti-VEGF, di cui ci parla nella videointervista Francesco Bandello, direttore Clinica Oculistica Università Vita Salute dell’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano. Come in tutte le patologie, prima si interviene con una terapia adeguata, maggiori sono i benefici per il paziente. Tuttavia, sottolineano gli esperti, con le maculopatie non c’è il rischio di diventare ciechi assoluti, ma parziali.

Giulia Masoero Regis

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