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Alzheimer: basterà un esame all’occhio per la diagnosi

Un test alla retina già largamente usato dagli oculisti ci potrà dire se tra 10/15 anni ci ammaleremo di Alzheimer

Un esame della vista per Alzheimer. I primi indizi di questa malattia sono visibili negli occhi, che rappresentano un vero e proprio riflesso  della nostra salute cognitiva. Ecco perché un gruppo di neurologi sta mettendo a punto un esame della vista capace di identificare il prima possibile l’esordio di Alzheimer, che solo in Italia colpisce 600.000 persone. Le stime parlano di un aumento impressionante di casi nei prossimi anni.

Una ricerca svolta negli Stati Uniti ha cercato di comprendere come l’occhio possa aiutare a diagnosticare la malattia di Alzheimer prima che i sintomi inizino. La malattia è ormai avanzata quando si manifestano problemi alla memoria e al comportamento.

Gruppo San Donato

Esame della vista per Alzheimer: in questo modo si potrà intervenire sui fattori modificabili

La malattia di Alzheimer inizia nel cervello decenni prima dei primi sintomi di perdita di memoria. Se i medici saranno in grado di identificare la malattia nelle sue prime fasi, i pazienti potrebbero fare scelte di vita sana e controllare i loro fattori di rischio modificabili, come l’ipertensione, il colesterolo alto e il diabete.

I ricercatori hanno esaminato il tessuto donato dalla retina e dal cervello di 86 persone con diversi gradi di declino mentale. Gli esperti hanno quindi confrontato campioni di donatori con funzioni cognitive normali con quelli con decadimento cognitivo lieve e quelli con malattia di Alzheimer in stadio avanzato. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Acta Neuropathologica.

Dalla retina si potrà vedere il declino cognitivo

Lo studio ha rilevato aumenti significativi della beta-amiloide, un marcatore chiave dell’Alzheimer, nelle persone con Alzheimer e declino cognitivo precoce. Le cellule microgliali sono diminuite dell’80% in quelli con problemi cognitivi. Queste cellule hanno il compito di riparare e mantenere altre cellule, inclusa la rimozione dell’amiloide-beta dal cervello e dalla retina. Gli esperti hanno trovato anche marcatori di infiammazione, che hanno una grande importanza per identificare la progressione della malattia. I risultati sono stati evidenti anche nelle persone con sintomi cognitivi assenti o minimi, il che suggerisce che questi nuovi test oculistici potrebbero essere ben posizionati per aiutare nella diagnosi precoce.

Esame della vista per Alzheimer: occhi specchio del cervello 

«Il nostro studio è il primo a fornire analisi approfondite dei profili proteici e degli effetti molecolari, cellulari e strutturali dell’Alzheimer nella retina umana e di come corrispondono ai cambiamenti nel cervello e nella funzione cognitiva». Maya Koronyo-Hamaoui è professore di neurochirurgia e scienze biomediche al Cedars-Sinai di Los Angeles, e principale autore dello studio. «Questi cambiamenti nella retina erano correlati ai cambiamenti in parti del cervello chiamate cortecce entorinale e temporale. Si tratta di un vero e proprio hub per la memoria, la navigazione e la percezione del tempo».

Sviluppare tecniche di imaging sempre più precise

Questi risultati potrebbero alla fine portare allo sviluppo di tecniche di imaging che ci consentono di diagnosticare l’Alzheimer prima e in modo più accurato. In più potremo monitorare la sua progressione in modo non invasivo guardando attraverso l’occhio.

Esame della vista per Alzheimer: già 7 anni fa uno studio era arrivato a conclusioni simili 

Un semplice test all’occhio per scoprire se ci si ammalerà di Alzheimer, quando si è ancora in fase preclinica, ovvero tra i 10 e i 15 anni prima dell’esordio della demenza. La novità, chiamata dagli esperti senza mezzi termini rivoluzionaria, è disponibile in via sperimentale su 63 volontari a rischio Alzheimer presenti al Meeting Annuale della Association for Research in Vision and Ophthalmology (ARVO) di Seattle.

I partecipanti sono stati scelti perché a rischio di malattia o perché avevano un caso di Alzheimer in famiglia o perché lamentavano deficit di memoria. Analizzando la loro retina sono state visualizzate queste inclusioni anomale che i ricercatori ipotizzano siano accumuli di peptide amiloide. Il loro stato di salute sarà seguito nel tempo per vedere se effettivamente si ammaleranno di Alzheimer.

In questo caso si utilizza un esame di routine già usato dagli oculisti

Attraverso esami alla retina di routine, come quelli che si possono fare da un oculista, i ricercatori verificano la presenza di eventuali ‘corpi anomali’ nella retina. I test sono l’OCT – la Tomografia Ottica Computerizzata – e l’autofluorescenza laser blu. Gli esperti hanno confermato che la presenza di questi corpi anomali nella retina è direttamente proporzionale alla presenza della proteina amiloide nel loro cervello.

Attualmente l’unica possibilità di una diagnosi preclinica del morbo è la costosissima “PET-amiloide”. Si tratta di un esame di imaging del cervello che, proprio per i suoi costi, si riserva a persone ad alto rischio. Ecco perché gli esperti hanno parlato di vera e propria rivoluzione nella diagnosi preclinica dell’Alzheimer. Un esame dell’occhio poco costoso, facile da praticare e già in uso clinico di routine per le malattie retiniche.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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