L’annuncio è di quelli storici. A 35 anni dallo scoppio della prima epidemia l’Australia ha decretato che l’Aids non è più un problema di salute pubblica: il numero di australiani diagnosticati con l’Aids ogni anno è ora così ridotto che i maggiori ricercatori e l’Australian Federation of Aids Organizations (Afao) hanno annunciato la fine dell’emergenza.
I casi di Aids si sono molto ridotti dall’arrivo circa vent’anni fa dei farmaci anti-retrovirali, che impediscono al virus di immunodeficienza acquisita di progredire verso l’Aids, quando il sistema immunitario è talmente danneggiato da non poter più combattere l’infezione. (Leggi qui la differenza tra Hiv e Aids) Al suo culmine negli anni 1990 morivano di Aids circa 1000 australiani ogni anno.
«Abbiamo ora accesso a un trattamento che ha avuto effetti straordinari – il direttore dell’Afao, Darryl O’Donnell – mentre l’attivismo nella comunità gay, sin dai primissimi anni dell’Aids, ha contribuito sostanzialmente a combatterlo».
«I farmaci anti-retrovirali sono stati cruciali nel declino dell’epidemia, permettendo alle persone diagnosticate con Hiv una vita sana e lunga», ha aggiunto il direttore dell’Afao, Darryl O’Donnell. Resta tuttavia una difficile sfida nella diffusione dell’Hiv, con circa 1200 casi in Australia ogni anno. «Abbiamo visto una trasformazione dell’Hiv da una condanna a morte a una malattia cronica gestibile – spiega O’Donnell – I soli casi di Aids che incontriamo sono di persone non diagnosticate con Hiv che non possono più essere trattate».
Proprio per non sfociare in Aids, è fondamentale ricordare l’importanza dei test. Una diagnosi tempestiva è infatti la maniera migliore di combattere il virus.
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