RoboticaTecnologia

I robot chirurghi indipendenti operano senza i comandi dell’uomo

Positivi i primi test sugi animali: l'obiettivo è azzerare gli errori in sala operatoria

Zero errori umani in sala operatoria: è con questo obiettivo che è stato costruito “Star”, il primo robot chirurgo autonomo capace di operare anche su tessuti molli senza rispondere ai comandi dell’uomo. Sviluppato negli Stati Uniti, ha dimostrato nei primi test di poter eseguire compiti complessi ottenendo risultati migliori dei chirurghi in carne ed ossa e dei sistemi di chirurgia robot-assistita come il famoso sistema Da Vinci. Un importante passo avanti, quello annunciato sulla rivista Science Translational Medicine, anche se la strada per arrivare ad operare sull’uomo è ancora molto, molto lunga.

Il chirurgo supervisiona il robot

Per cominciare, è bene chiarire che il robot Star (Smart Tissue Autonomous Robot) opera in totale autonomia ma pur sempre sotto il controllo e la supervisione dell’uomo: sgombriamo dunque il campo da scenari fantascientifici ai confini con l’horror che prospettano sale operatorie del tutto automatizzate dove robot impazziti fanno a pezzetti i malcapitati pazienti.

Gruppo San Donato

Il robot è autonomo

La novità sta nel fatto che il braccio robotico e gli strumenti chirurgici non sono più telecomandati dall’uomo: quindi l’esito dell’intervento non rischia più di variare in base all’esperienza del chirurgo che opera in sala. Star è inoltre dotato di marcatori fluorescenti e avanzate tecnologie per la visualizzazione, che gli permettono di navigare tra i tessuti molli dell’organismo adattandosi alla loro complessità. Si tratta di un notevole passo avanti, visto che i robot chirurghi autonomi sviluppati finora erano in grado di operare solo su tessuti rigidi (ad esempio sulle ossa).

Le sperimentazioni eseguite dagli specialisti

Per mettere alla prova il sistema Star, i ricercatori coordinati dal Children’s National Medical Center di Washington hanno provato ad utilizzarlo per intervenire su visceri di maiali, confrontando i risultati con quelli ottenuti in laparoscopia, con la chirurgia robot-assistita Da Vinci e con le mani di esperti chirurghi. Sotto la supervisione dell’uomo, Star ha dimostrato i risultati migliori nella giunzione di segmenti di intestino (anastomosi): gli animali operati sono sopravvissuti all’intervento senza complicazioni. «Questi risultati dimostrano che i robot autonomi hanno le potenzialità per migliorare l’efficacia, l’accessibilità e gli esiti delle tecniche chirurgiche», spiegano i ricercatori. «L’obiettivo di questa dimostrazione non è quello di rimpiazzare i chirurghi, ma di espandere le capacità umane per ottenere esiti chirurgici migliori».

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