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Ricky Tognazzi: spenta l’ultima sigaretta sono ingrassato 10 chili

L'attore e regista racconta a OK come ha dovuto iniziare una dieta dimagrante dopo aver smesso di fumare

Ecco la confessione di Ricky Tognazzi a OK.

Tre anni e mezzo fa ho detto basta, ho smesso di fumare dalla sera alla mattina, con un rigore che solitamente non è nel mio carattere. Sono passato da 60 sigarette a zero: non me l’aspettavo nemmeno io, ma ho resistito e ce l’ho fatta.

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Una piccola premessa: in quanto a salute mi ritengo molto fortunato. Oserei dire che sono nato con la camicia: non sto mai male, non soffro il mal di testa, è raro che mi becchi un’influenza o un raffreddore. In caso di necessità, comunque, ho accanto a me una badante/infermiera preparatissima, mia moglie Simona, che essendo patofobica conosce tutti i medicinali ed è in grado di interpretare ogni minimo sintomo.

Il fumo ha rappresentato una sorta di compensazione autodistruttiva che, passati i cinquant’anni, stava provocando qualche avvisaglia: la comparsa di formicolii e senso di intontimento, soprattutto al risveglio. D’altronde il mio cardiologo era stato chiaro: ogni sigaretta provoca un danno indiscutibile alla circolazione e favorisce l’aumento del colesterolo cattivo: il mio, infatti, era sempre oltre i limiti.

Su consiglio di un amico ho acquistato il libro di Allen Carr Smettere di fumare è facile se sai come farlo. Non rivela niente di trascendentale, l’ho trovato anche piuttosto noioso, ma ha funzionato.
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Ho terminato la lettura a mezzanotte e mi sono detto: «Da domani sono un ex fumatore». Così è stato.
Certo, starmi accanto nei primi giorni di astinenza non è stato facile, e ammetto che a volte la tentazione di fare un tiro si fa sentire, ad esempio dopo il caffè, ma si tratta di un desiderio momentaneo.

MI SONO MESSO A STECCHETTO
Senza tabacco sto molto meglio, mi sento più vitale. Ho iniziato a fumare seriamente intorno ai 13-14 anni, ma già a sei, a Milano, compravo le prime sigarette, allora si vendevano sfuse. Poi con il mio amico Giuliano ci nascondevamo per goderci la nostra trasgressione. Anche Simona ha letto il libro, ma si è addormentata a metà del primo capitolo. Lei continua a fumare anche se, da quando ho smesso, ha diminuito molto. Con lei non ce l’ho fatta, ma in compenso ho convinto mia madre, adesso ex fumatrice.

L’unica controindicazione dell’addio alle sigarette è stata l’aumento di peso: l’ago della bilancia è schizzato, ho preso dieci chili e mi chiedo se riuscirò a liberarmi definitivamente da questa zavorra.
Dovendo interpretare Enzo Tortora per una fiction televisiva, mi sono messo a dieta e sono a metà strada: cinque chili li ho già fatti fuori.
Amo molto la cucina, ho ereditato questa passione da mio padre, che era un ottimo cuoco. Sono sempre stato un buongustaio e una buona forchetta: dovendomi limitare a tavola, naturalmente, soffro un po’, soprattutto a cena, ma mi impegno e i risultati si vedono. Sono seguito da una nutrizionista che mi ha preparato uno schema alimentare equilibrato, una volta la settimana ho la visita di controllo. La colazione non varia ed è composta da due fette biscottate, un po’ di miele, un kiwi, tè o caffè. In alcuni giorni la dieta è leggermente iperproteica, per stimolare il metabolismo, mentre in altri prevede una maggiore quantità di carboidrati.

CORRERÒ SUL TAPIS ROULANT
Ho migliorato molto il mio rapporto col cibo, prima saltavo la colazione e mi abbuffavo la sera, con conseguenti disagi al risveglio. Adesso, invece, mi sento in forma, non sono mai stato meglio con lo stomaco, la qualità del sonno è molto migliorata e ho acquistato maggior lucidità.
Anche il colesterolo si è abbassato. Ho capito che le gioie del cibo non sono legate alla quantità e che ogni tanto si può sgarrare, ma con intelligenza, senza eccedere.
A questo punto c’è un’altra conquista che mi attende: per completare l’opera mi sono ripromesso di acquistare un tapis roulant e soprattutto di usarlo.
Data la mia pigrizia congenita, a parte nuotare in estate, finora il massimo che ho fatto è stato dormire accanto a una cyclette, che era utile al limite come attaccapanni.

La fatica fisica non fa parte della mia indole e anche quando Simona cerca di coinvolgermi nei suoi allenamenti con il personal trainer o proponendomi una passeggiata, declino volentieri l’invito.
Non cedo, insomma. Ma dopo aver stupito gli amici e me stesso per aver eliminato le bionde in un colpo solo, ora non mi resta che diventare maratoneta.
Ricky Tognazzi (confessione raccolta da Francesca Turi per OK Salute e benessere di marzo 2012)

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