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Scabbia molto contagiosa ma facilmente curabile: ecco sintomi, cause e cura

È una malattia causata da un parassita, che provoca prurito diffuso e lesioni caratteristiche della pelle. Al Meyer di Firenze è stata messa a punto una nuova efficace terapia

La scabbia è un’infestazione della cute causata dall’acaro Sarcoptes scabiei. Si tratta di un parassita capace di annidarsi sotto la pelle e deporre le sue uova in cunicoli che appositamente scava. Negli ultimi anni si è verificato un aumento di casi in Italia a causa di una diffusione maggiore di viaggi verso alcuni Paesi del Sud America, delle isole del Centro America e dell’Africa considerati a rischio.

In realtà nelle ultime settimane si stanno moltiplicando le notizie di cronaca secondo cui anche in Italia i casi stanno aumentando in maniera significativa. Non ci dev’essere particolare preoccupazione per la cura perché la scabbia viene trattata con prodotti efficaci. Inoltre all’AOU Meyer – IRCCS di Firenze è stata recentemente messa a punto una nuova terapia.

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Quali sono i sintomi della scabbia?

Il sintomo principale è un prurito diffuso e insistente su tutto il corpo. La scabbia si riconosce attraverso alcune lesioni sulla pelle:

  • cunicolo della scabbia: è la lesione più caratteristica, che consiste in una linea di pochi centimetri, di colorito grigiastro e con una specie di vescicola all’estremità. In genere, questo tipo di lesione compare tra le dita delle mani, sui polsi e non frequentemente anche sul tronco.
  • Noduli della scabbia: sono piccole sporgenze rossastre che hanno una localizzazione tipica nelle ascelle e nella zona genitale. Nei bambini possono apparire sul palmo delle mani o sulla pianta dei piedi.
  • Lesioni variabili non specifiche: sono lesioni “da grattamento” e altre lesioni che ricordano quelle dell’eczema e dell’orticaria.

Come si trasmette?

La scabbia si trasmette tramite un contatto stretto con la persona infestata e, più raramente, entrando in contatto con gli oggetti della persona contagiata. Negli adulti, il più delle volte, il contagio avviene per via sessuale.

Come si fa la diagnosi?

La diagnosi della scabbia avviene a seguito di un attento esame clinico. Per una conferma dell’avvenuta infestazione viene effettuato un prelievo di un piccolo campione di pelle proveniente dalla zona del cunicolo o dai noduli. Al microscopio è possibile osservare la presenza o meno dell’acaro o delle sue uova.

Scabbia: quali sono le cure?

Oggi la scabbia si può curare con facilità e in tempi brevissimi. Il trattamento standard prevede l’applicazione, su tutto il corpo, di una pomata a base di permetrina al 5%, che va fatta agire una notte intera oppure dalle 8 o 12 ore. In buona parte dei casi una sola applicazione è sufficiente o, anche per chi sta seguendo il trattamento per via cautelativa, per eliminare il rischio di infestazione. Per prudenza sarebbe meglio eseguire una seconda applicazione a distanza di una settimana dalla prima.

La nuova cura messa a punto dal Meyer di Firenze

«Tradizionalmente per curare la scabbia si utilizza la permetrina e negli ultimi anni è stata inserita in seconda linea l’ivermectina per via orale: ma la nostra esperienza clinica ci ha dimostrato che spesso non bastava più», spiega Cesare Filippeschi, dermatologo presso l’AOU Meyer – IRCCS di Firenze. «Di qui, dialogando con i colleghi del Bambino Gesù, è nata l’intuizione di trattare i pazienti affetti da scabbia con un preparato allo zolfo al 17% di concentrazione, però basato su un “veicolo gentile”, una crema emolliente e non irritante».

Il Centro di Ricerca ha messo a punto uno specifico protocollo: la crema si applica alla sera e la si tiene sulla pelle per tre giorni, senza lavaggi. In questo modo si crea una barriera occlusiva allo zolfo. Il trattamento viene ripetuto (non solo sul paziente ma anche su familiari e conviventi) la settimana successiva. I risultati dello studio, molto incoraggianti, sono stati pubblicati sulla rivista International Journal of Dermatology.

Attualmente al Meyer questa è diventata la terapia d’elezione per la scabbia. «Questa scoperta sta suscitando interesse da parte di altri centri nazionali e internazionali. Peraltro si tratta di un preparato galenico che ha un costo ridotto rispetto alle altre terapie in commercio, e che una volta di più ci ricorda come a volte riscoprendo molecole “vecchie” sia possibile mettere a punto terapie efficaci», conclude Filippeschi.

Scabbia: a cosa stare attenti?

Per evitare di entrare in contatto con la biancheria della persona che ha contratto la scabbia, è necessario che tutti i suoi effetti personali (indumenti, lenzuola, materasso, ecc) vengano messi all’aria aperta per almeno 24 ore. Questa misura è sufficiente tanto che non è necessario bollire gli oggetti.

Anche se i casi di contagio sono molto rari, bisogna sempre lavare gli abiti che abbiamo appena comprati. I vestiti nei negozi vengono infatti provati da molte persone. Potrebbe accadere che chi li prova possa avere contratto la scabbia.

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