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Emanuele Filiberto: vi racconto tutto del mio tumore al naso

Il principe, che conduce il reality «Pechino Express» su RaiDue, spiega a OK di novembre di essere stato operato due volte per una poliposi nasale

Emanuele Filiberto di Savoia, che conduce il reality Pechino Express (su RaiDue) fino al 15 novembre, ha affrontato due tumori benigni al naso. Ecco la sua confessione sul numero di OK di novembre.

«Sono abituato a dare sempre ascolto a mia moglie Clotilde e a tenere in gran conto i suoi consigli. Fortuna che l’ho fatto anche lo scorso autunno. Perché non avevo prestato la minima attenzione al raffreddore che mi aveva colto quel 25 settembre del 2011. Lo consideravo soltanto una gran seccatura, dal momento che mi trovavo in Canada per esibirmi in concerto insieme a Pupo. Tanto più che fino ad allora non mi era mai passato per la testa che potesse, un giorno, colpirmi qualcosa di grave.

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Faccio molto sport, mi alimento in modo corretto e non ho mai avuto particolari problemi. Ho sempre pensato che questo potesse bastare. Invece, ho sperimentato duramente che non bisogna mai sottovalutare nulla, perché nessuno è immune dalle malattie. L’insistenza di Clotilde, una volta rientrato a Ginevra, nel chiedermi di sottopormi a una visita da un otorinolaringoiatra ha avuto la meglio. Tra l’altro, il disturbo non regrediva.

Lo specialista mi ha fatto una rinoscopia. Beh, quell’esplorazione delle cavità nasali con l’endoscopio ha rilevato una strana presenza all’interno del mio naso. Di qui, una serie di analisi e il verdetto: tumore sulla mucosa del setto nasale. In gergo si chiama poliposi nasale ed è, appunto, un’escrescenza anomala della mucosa. Nonostante la parola tumore, la diagnosi non mi ha preoccupato più di tanto. Il mio senso di invincibilità, evidentemente, non era ancora sopito. Proprio in quel periodo avevo iniziato a lavorare al mio programma televisivo Il principiante, sul canale Cielo, non avevo certo intenzione di interromperlo per farmi operare. Sono andato sotto i ferri a lavoro concluso, tre mesi dopo, prima di iniziare le registrazioni. La piccola massa tumorale che mi hanno asportato si è rivelata benigna e quel brutto episodio della mia vita sembrava terminato. Ma non lo era.

DUE VOLTE SOTTO I FERRI, CHE PAURA
Dopo quattro mesi ho cominciato ad accusare grosse difficoltà respiratorie, di giorno e di notte, al punto da non riuscire quasi a dormire. Può capitare che, una volta asportati, questi polipi si riformino. Ed è stato il mio caso, il tumore era tornato.

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Ma mi trovavo nel pieno delle altre registrazioni del Principiante, ed era impossibile interromperle poiché le prime puntate stavano già andando in onda. Non potevo fermare tutto. Lo so, sono stato incosciente, ma ho tenuto duro fino al termine.

Poi a fine aprile, all’ospedale cantonale universitario di Ginevra, ho subìto il secondo intervento, con il laser al posto del bisturi tradizionale. Mi è stata asportata una parte del setto nasale interno, allo scopo di eliminare quanto più possibile eventuali zone contaminate dal tumore. Avevo fatto partecipi anche le mie figlie, ritenevo giusto che sapessero cosa mi stava accadendo, anche se Luisa ha solo sei anni e Vittoria otto. Naturalmente l’ho fatto con leggerezza, e senza entrare troppo nel dettaglio: inviavo foto dall’ospedale che mi ritraevano con tutti i tubicini nel naso, definendomi “l’uomo bionico”, e ne ridevamo insieme. Così sapevano, ma non soffrivano.

Da allora sono passati pochi mesi e non ho più accusato alcun disturbo. Anche se ho avuto molta paura durante le registrazioni di Pechino Express (l’adventure-game che conduco attualmente in prima serata su RaiDue) in India, Nepal e Cina, dove polvere, umidità, temperature altissime e scarsa pulizia non si addicono certo a quello che mi è capitato. Ho usato tutte le accortezze possibili: lavaggio regolare del naso con l’apposita soluzione fisiologica e applicazione delle pomate adatte. Per fortuna non ho avuto problemi.

Ora mi sottopongo regolarmente a controlli mensili, non manco di continuare con i lavaggi nasali e assumo i farmaci che mi sono stati prescritti. Perché anche se non è da me vivere nel terrore che il male si ripresenti per la terza volta, ho imparato che l’unica cosa veramente importante da fare, come per qualunque altra malattia, è la prevenzione, per poter intervenire il prima possibile e con maggiori possibilità di successo. L’ho sperimentato sulla mia pelle e ora vorrei gridarlo a tutti!».
Emanuele Filiberto di Savoia (confessione raccolta da Grazia Garlando per OK Salute e benessere di novembre 2012)

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