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Elena Sofia Ricci: «Una mattina ho deciso di ricominciare a vivere»

«Avevo 30 anni e fumavo da quando ero ragazza. Fumavo tanto, ero molto fragile, e dopo la separazione dal mio primo marito fumavo ancora di più. Di punto in bianco ho smesso»

Ho smesso di fumare per amore. Amore per me stessa. Ho sperimentato sulla mia pelle quanto la nicotina possa creare un’infida e spaventosa dipendenza. E trasformarsi in una forma lenta di suicidio, fisico e psicologico.

Da piccola detestavo le sigarette

E sì che ero cresciuta detestando le sigarette. Perché nella mia famiglia erano tutti fumatori incalliti, e io ero schifata e infastidita da quell’odore insopportabile che mi trovavo costretta a respirare continuamente. Poi, col tempo, ho cominciato a frequentare gente un po’ più grande di me, che aveva la stessa abitudine. All’epoca ero una ragazzina insicura sempre in cerca di conferme, come spesso capita a quell’età. E a 19 anni, convinta di apparire più matura e affascinante, ho accesso la mia prima sigaretta. Tanto più che ancora non erano così noti gli effetti devastanti prodotti dal fumo.

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Fumavo un pacchetto al giorno

Non ci ho messo molto a raggiungere la soglia di un pacchetto al giorno. Eppure non è che mi piacesse più di tanto. E nel mio inconscio avvertivo confusamente che stavo facendo qualcosa di sbagliato e pericoloso. Qualcosa che dimostrava scarsissima considerazione e rispetto per me stessa. Tant’è che un paio di volte ho anche smesso, per qualche tempo. Ma in entrambi i casi mi è bastato un solo tiro estemporaneo per ricominciare all’istante. E non come prima, addirittura di più. Perché ormai i miei 11 anni da fumatrice mi avevano procurato una paurosa dipendenza dalla nicotina. Inutile negarlo.

Una sensazione di degrado e svilimento

Poi, improvvisamente, è accaduto l’impensabile. Avevo compiuto trent’anni da poco, mi ero separata dal mio primo marito e attraversavo un momento molto doloroso. Avevo trascorso una serata tra amici in cui non saprei dire se avessi più pianto o più fumato. Rientrata a notte fonda, mi sono svegliata soltanto qualche ora dopo con addosso un’orribile sensazione di degrado e svilimento che ricordo ancora perfettamente. Lo specchio mi rimandava un volto grigio, con la pelle opaca e tirata, i capelli erano impregnati di un nauseante odore di fumo, sentivo i polmoni ardere.

E improvvisamente mi sono chiesta perché stessi facendo questo a me stessa. Perché ritenessi di valere così poco da meritare di ridurmi così. Ero giovane, avevo una carriera che mi stava già dando grandi soddisfazioni, e sentivo di avere ancora tanto da fare e da dare. Come ero finita nel vortice di una simile, pericolosa dipendenza? Ormai non ero più quella donna libera ed emancipata che credevo e fingevo di essere: ero letteralmente schiava del fumo. In quel momento, finalmente, lo percepivo forte e chiaro. E allora, alle 7.30 di quella mattina del 12 luglio 1992 che non potrò mai dimenticare, con il pacchetto di sigarette ancora in tasca mi sono detta: mai più. E non ho mai più fumato.

Ogni anno mi faccio un regalo per premiarmi

I primi mesi sono stati faticosi, ma ormai la mia forza di volontà aveva preso il sopravvento. Tanto più che qualche tempo prima della decisione fatale avevo anche cominciato a intraprendere un percorso di analisi per ritrovare quella parte più autentica di me stessa che avevo perso di vista, e per ricominciare a occuparmi di me con rispetto e amor proprio. Smettere di fumare è stato il punto di partenza. Fondamentale anche per uscire da altre forme di dipendenza e fragilità, come quella di non dover sempre cercare di piacere o di dimostrare qualcosa agli altri.

Per il primo anno, ogni 12 del mese mi sono fatta un piccolo regalo per premiare lo sforzo che stavo facendo. E dall’anno successivo, ogni 12 luglio me ne faccio uno molto più grande, anche in funzione di tutto il denaro risparmiato in sigarette. Adesso il fumo non solo non mi tenta più, ma mi è proprio tornato a essere insopportabile, fumatori compresi, proprio come quando ero bambina, anche se a volte mi assale ancora il panico di poterci ricascare.

Di contro, ben conscia anche di aver fatto correre al mio corpo seri rischi, ho sviluppato un’attenzione alla vita sana quasi maniacale: faccio attività fisica, curo molto l’alimentazione e mi sottopongo a tutti i dovuti controlli per la prevenzione delle malattie. Perché la liberazione dal fumo non mi ha cambiato solo la pelle o lo sguardo, ma mi ha regalato una nuova vita. Troppo preziosa per rischiare di sprecarla di nuovo.

Elena Sofia Ricci

Testimonianza raccolta da Grazia Garlando per OK Salute e benessere febbraio 2017

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