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Carolina Kostner: in pista con il sangue dal naso

Anche una campionessa come Carolina Kostner deve fare i conti con l'epistassi. Ecco tutti i suoi modi per combatterla

«Fin da quand’ero bambina, senza ragione, all’improvviso mi colava il sangue dalle narici», spiega Carolina Kostner. «Sono andata avanti così per anni, anche in pista, senza grossi problemi… Però, quando ho vinto il bronzo ai Mondiali giovanili, ho pattinato con due tamponi che avevano un odore orribile…». Sangue dal naso, ecco cosa fare.

Carolina Kostner: «L’epistassi è il mio portafortuna»

«Sui giornali mi hanno spesso dipinta come una ragazza seria, sempre concentrata sul lavoro, precisa e compassata: insomma, quasi… glaciale. Ai lettori di OK voglio dire che sono anche un po’ scaramantica, come molti atleti. Sapete qual è il mio portafortuna? L’epistassi, cioè il sangue dal naso. Mi ha accompagnato nelle gare più belle e per anni, un po’ scherzando un po’ sul serio, ho pensato che mi portasse bene.
Tutto è cominciato quando andavo alle elementari. Mi svegliavo la mattina e mentre mi alzavo il cuscino si punteggiava di rosso. Oppure giocavo, e all’improvviso, senza ragione, il naso si metteva a sanguinare.
Spavento? Macché. Per me era quasi normale, anche perché mia mamma mi passava il fazzoletto e con estrema tranquillità mi spiegava: “Dipende dalla crescita, quando diventerai grande passerà”. E come unico rimedio mi riempiva di integratori, perché il medico di famiglia le aveva detto che forse l’epistassi dipendeva da una carenza di ferro e di vitamine.

Gruppo San Donato

Carolina Kostner: con me sempre montagne di fazzolettini…

Così sono andata avanti per anni. Ogni giorno andavo a pattinare, e questo non faceva che peggiorare la situazione. Esercitandomi sul ghiaccio, il mio naso era sempre freddo e un po’ gocciolante, e l’uso continuo del fazzoletto irritava ancora di più le mucose.
Inoltre, ogni sforzo sembrava riflettersi proprio sui capillari delle narici, e quando mi lanciavo in una piroetta non sapevo mai in quali condizioni sarei tornata sulla terraferma.
I medici sportivi, proprio come il mio dottore di famiglia, gettavano acqua sul fuoco: “Devi mangiare più carne!”, mi consigliavano. E così, ai soliti integratori, mia madre aggiungeva poderose bistecche.
L’epistassi è diventata sempre più frequente via via che la mia carriera sportiva prendeva quota. Il biennio 2001-2002, in particolare, è stato un vero stillicidio. Ogni volta che stavo per entrare in pista il naso mi tradiva. Io ormai me l’aspettavo e avevo imparato a gestire la situazione, a non permettere che interferisse sulla mia concentrazione. E, devo dire, più sanguinavo, più vincevo.
Come ai Mondiali juniores di Oberstdorf, nel febbraio del 2003. Ricordo tutto di quella gara. Ero sempre tesa, con l’adrenalina a mille. Inoltre scendevo in pista sempre per ultima, quindi dovevo attendere a lungo prima di esibirmi. E in quelle attese… La tensione saliva e il mio naso si scatenava.
“Stai perdendo sangue!”, strillavano allarmati i miei compagni di gara. E, io, per tagliare corto: “Non ditemi che a voi non è mai successo!”. Intanto il mio allenatore mi raccontava barzellette, mi passava i fazzoletti e, poco prima del mio turno, mi metteva nelle narici un gel coagulante che aveva un odore orribile, ma almeno impediva che un’emorragia mi sorprendesse nel bel mezzo di un volteggio.

Dopo l’oro, non perdo più

Così, con i tamponi nel naso, a Oberstdorf ho conquistato la medaglia di bronzo e sono salita per la prima volta sul podio. E non è finita. Sempre tra fazzoletti, pezze fredde e tamponi, ho vinto il secondo bronzo ai Mondiali di Mosca del 2005, e poi al Campionato europeo di Lione, nel 2006.
Ora, però, qualcosa finalmente è cambiato. Il mio naso è diventato meno ribelle. Non si è fatto sentire neanche quando ho vinto l’oro ai Campionati europei di Varsavia. Sanguina molto più raramente, e solo quando fa tanto caldo, oppure, curiosamente, quando bevo troppo poca acqua. Cosa è successo? Chissà… Ripensando alle teorie di mia mamma, a me piace credere che sono diventata grande!».

Carolina Kostner 

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